Pechino, 28 dic. – Con la formale approvazione da parte del Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, fulcro del potere legislativo, da oggi in Cina sono in vigore a tutti gli effetti due delle piu’ rilevanti riforme mai varate dalla nascita della Repubblica Popolare: l’allentamento della politica del figlio unico e l’abolizione del cosiddetto ‘liaojiao’, cioe’ della rieducazione forzata attraverso l’internamento nei campi di lavoro. Insieme alla graduale riduzione del ricorso alla pena capitale, e ad altre innovazioni, i provvedimenti furono approvati il 12 novembre scorso dal III Plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista, e resi noti tre giorni piu’ tardi. In sintesi, sotto il profilo demografico d’ora in poi le coppie urbane, al cui interno almeno uno dei genitori non abbia fratelli ne’ sorelle, dopo tre decenni potranno decidere di avere piu’ di un figlio.
Cio’ quanto meno sulla carta: di fatto, saranno poi i singoli Parlamenti provinciali a fissare tempi e modalita’ di applicazione della nuova normativa, sulla base della consistenza della popolazione locale e della rispettiva pianificazione. Si valuta comunque che la riforma diverra’ concretamente operativa verso la fine del primo trimestre 2014.
Quanto ai campi di lavoro, dove si poteva essere segregati fino a quattro anni consecutivi senza bisogno di sottostare a un regolare processo, saranno chiusi e chi vi si trova detenuto attualmente non dovra’ scontare la pena residua e sara’ pertanto rimesso in liberta’: secondo stime dell’Onu, dovrebbero beneficiarne circa 190.000 reclusi. La novita’ e’ stata motivata con l’evoluzione e lo sviluppo del sistema legale cinese, che hanno reso “superfluo” il ricorso al ‘laojiao’, istituito nel 1957 come soluzione rapida e semplice per fare fronte alla micro-criminalita’ ma ben presto degenerato in abuso su vasta scala. (AGI) .