Spagna: Sanità devastata dai tagli, si torna a morire di tubercolosi

tbc27 dic – L’autorevole settimanale britannico The Economist pubblica un’inchiesta agghiacciante sullo stato della sanità in Spagna dopo i tagli imposti dalla Troika e messi in atto dal governo Rajoy per avere in cambio i miliardi di euro indispensabili a evitare il fallimento a breve delle banche spagnole.

Scrive l’Economist: “All’inizio di quest’anno, in Spagna un immigrato non si è sentito bene ed è andato all’ospedale con i sintomi tipici della tubercolosi. I relativi test gli sono stati rifiutati ed è stato rispedito a casa. Non molto più tardi ha iniziato a sentirsi così male che si è precipitato al pronto soccorso, dove è stato nuovamente respinto. Poco dopo, è morto.

Come molti altri immigranti illegali, viveva in una piccola casa con altre 10 persone. Dal momento che la tubercolosi è contagiosa, tutti e 10 sono ora a rischio. Difficilmente riceveranno aiuto dalla Spagna: a causa delle misure di austerità e di un cambiamento legislativo nel 2012, il governo non eroga più agli 873.000 migranti non registrati le cure che non siano di emergenza. Questo potrebbe causare nel prossimo futuro un’enorme crisi sanitaria, come dicono i ricercatori della Scuola Londinese di Igiene e Medicina Tropicale (LSHTM).

Uno studio pubblicato il 14 Dicembre su Lancet, una rivista medica, ha lanciato l’allarme sullo stato della sanità spagnola. Fino ad oggi, l’attenzione dei media europei si è concentrata sull’impatto dell’austerità sulla sanità greca, con segnalazioni di incrementi drammatici di casi di HIV, malattie mentali, tubercolosi e del ritorno della malaria. La Grecia ha fatto tagli alla sanità pubblica 2 anni prima della Spagna, quindi l’impatto è risultato evidente prima. Ma la situazione in Spagna è altrettanto preoccupante, avverte Helena Legido-Quigley del LSHTM, la quale teme che, se il governo non cambierà presto strategia, si assisterà anche in Spagna a fenomeni simili a quanto già successo in Grecia.

Quando la crisi ha colpito, il governo spagnolo ha tagliato la spesa a un sistema sanitario già debole di per sé (la spesa sanitaria in Spagna è al 7% del PIL contro una media del 7,6% nella UE, mentre è all’8,4% in Germania e al 9,5% in Danimarca). La spesa sanitaria è stata ridotta del 13,7% nel 2012 e del 16,2% nel 2013 (inclusi i servizi sociali). Alcune regioni hanno imposto tagli addizionali di un altro 10%. Di conseguenza, una parte rilevante della popolazione spagnola è ora esclusa dalle cure mediche di base, il che potrebbe portare a problemi di sanità pubblica per l’intera popolazione.

Elena Urdaneta, di Doctors of the World, un’organizzazione senza fini di lucro, dice che questa politica non è solo ingiusta, ma anche molto pericolosa per la sanità pubblica. “Puoi escludere le persone, ma non puoi escludere le malattie”. Rifiutarsi di vaccinare i figli degli immigrati, per esempio, non è solo meschino, ma anche inefficiente. E’ molto meno costoso vaccinare piuttosto che dover affrontare il diffondersi di un’epidemia. Ciononostante, è quello che sta succedendo in molte regioni spagnole.

Perfino per chi ha ancora il diritto all’assistenza sanitaria, alcuni trattamenti, compresi quelli necessari per l’epatite C e alcuni tipi di cancro, ora richiedono che sia il paziente a pagare parte della cura. Questo ha spinto diverse persone a non assumere i farmaci di cui avrebbero bisogno, ma che non possono più permettersi.

Poiché l’impatto di queste politiche sulla salute tende a manifestarsi dopo alcuni anni, la vera e propria crisi della sanità pubblica diventerà evidente solo quando sarà troppo tardi, avverte la Legido-Quigley. Gli operatori sanitari temono che, se non viene fatto nulla per invertire queste politiche, la Spagna scivolerà giù per una ripida china.

Il prezzo pagato dagli Stati Uniti per controllare il diffondersi di un focolaio di tubercolosi a New York negli anni ’90, l’enorme somma di 1,2 miliardi di dollari, ha dimostrato il valore della prevenzione, che sarebbe costata un decimo di quanto fu speso e avrebbe evitato parecchi danni alle persone. I recenti tagli alla sanità spagnola compromettono l’impegno nella prevenzione. Essi rischiano di smantellare un sistema che, fino a poco tempo fa, è stato uno dei migliori in Europa in termini di efficienza”.

E’ evidente cosa ha causato l’euro. Ha provocato l’imbarbarimento dell’Europa, diventata un lager per i disperati e una gabbia per tutti gli altri.

Max Parisi – il nord