23 dic – Sarà Roberto Di Maria l’amministratore unico della società Lampedusa Accoglienza, dopo lo scandalo del video del Tg2. Di Maria, 39 anni, sostituisce l’intero consiglio d’amministrazione di Lampedusa accoglienza.
“Questa nomina ad amministratore unico di Lampedusa Accoglienza sembra coerente in un periodo in cui l’esigenza di ricorrere ai tecnici sembra l’epifania della crisi economica. Questo cambio non si è fatto con l’intenzione di censurare l’attività dei professionisti che finora hanno sopportato il peso a Lampedusa, quanto alla luce di una esigenza concreta di rioriganizzare e ristruttrare la gestione di questo centro, perché potesse essere in linea con i principi che avevamo delineato per le attività delle coopetative”, ha detto il neo amministratore unico presentandosi nella sede di Legacoop Sicilia a Palermo.
Di Maria insegna Diritto costituzionale, come professore associato, all’università Kore di Enna
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Università Kore: rinviati a giudizio docenti e funzionari per falsa seduta d’esami (fra cui il prof. Roberto di Maria)
E’ avvocato, ha lavorato in passato per Legacoop Sicilia e ha contribuito a stilare il Manifesto dei principi e dei valori dell’impresa cooperativa nel mercato e negli appalti. “Sarà una gestione straordinaria – dice ancora Di Maria in conferenza stampa – che prevede la stesura di un codice etico a cui dovranno attenersi tutte le società cooperative che svolgono servizi sociali”.
“Dobbiamo valutare e verificare con il ministero dell’Interno se e come sussistano ancora le condizioni per il proseguimento dell’attività di gestione al centro d’accoglienza di Lampedusa – ha poi sottolineato – Se dovesse esserci la rescissione, come annunciato dal ministro Alfano, la società ne prenderà atto, ma vediamo se ci sono le condizioni per svolgere questo servizio, ma in condizioni diverse, in un contesto diverso”.
“La scelta sul nuovo amministratore unico di Lampedusa Accoglienza è caduta sul professor Roberto Di Maria per dare un segno di discontinuità con il passato, ma anche perché potrà dare un contributo a riorganizzare la società attraverso gesti concreti su cui costruire percorsi di adegumanto normativo per affrontare attività come queste”, ha detto dal canto suo il presidente di Lega coop Sicilia, Elio Sanfilippo. “Oggi è facile scaricare sulle cooperative – dice Sanfilippo – non cerchiamo alibi di nessun modo, perché la gravità del fatto rimane, anzi facciamo tesoro delle critiche più severe, ma respingiamo con sdegno le ipocrisie e le falsità”.
“Dobbiamo verificare i comportamenti che hanno portato al video choc andato in onda e cercare di individuare i processi che li hanno determinati, le responsabilità a chi sono da attribuire”, ha commentato invece Angela Maria Peruca, presidente della Commissione di indagine di Lega coop Sicilia sul video choc. “Un altro obiettivo è quello – dice ancora Peruca – di fare un lavoro di studio e approfondimento sul tema accoglienza e integazione”. adnk
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Rinvii a giudizio per il prof. “imbucato”
Nella commissione d’esami c’era un professore “imbucato” che aveva voluto essere presente pur non avendone titolo. Da quella irregolarità ha quindi preso il via un’inchiesta che ora si è conclusa con il rinvio a giudizio di cinque tra docenti e addetti di segreteria dell’università Kore di Enna. Sono accusati di avere falsificato i verbali dell’esame di Cinema, fotografia e televisione che si era effettivamente svolto il 28 luglio 2007. La seduta era stata però annullata dal Rettore il quale era stato informato che della commissione faceva parte Pasquale Barranca, pubblicista, all’epoca dipendente delle poste a Palermo, il quale non aveva alcun rapporto con la Kore.
Nel tentativo di regolarizzare la seduta la segreteria di Scienze della Formazione aveva convocato gli studenti interessati e aveva fatto risultare che l’esame annullato era stato ripetuto e superato in una seduta successiva che invece non c’era stata. Per questo il gup David Salvucci ha rinviato a giudizio il dirigente della segreteria Giovanni La Valle, l’addetta Carmela Spalletta e i professori Michele Longo, Roberto Di Maria e Alessandra Lo Piccolo. L’università Kore parla ora di una “vicenda surreale” e sostiene di essere “parte gravemente lesa” per il comportamento di “tale Barranca che, fingendosi professore della Kore, partecipò indebitamente alla commissione d’esami nella quale venivano esaminati studenti che lo stesso finto professore universitario aveva – come puntualmente accertato dai carabinieri – preparato privatamente a Palermo”.
Barranca ha invece sostenuto, in una denuncia alla Procura della Repubblica di Enna, di avere diritto a far parte della commissione d’esami in qualità di incaricato dell’istituto di giornalismo con cui la Kore aveva a quel tempo una convenzione.