16 dic – Nei prossimi cinque anni serviranno 25 miliardi di euro, ovvero cinque miliardi l’anno, di investimenti per ammodernare le infrastrutture e superare le ”carenze croniche” nel settore idrico italiano, che dovrà mettersi in regola con gli adempimenti europei. La stima arriva dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, in occasione della seconda Conferenza nazionale sulla regolazione dei servizi idrici, che si è tenuta a Milano per tracciare un bilancio sull’attività svolta e per delineare le linee strategiche e gli sviluppi futuri
. ”Il settore idrico sconta un gap infrastrutturale molto forte”, ha sottolineato il presidente dell’Authority, Pietro Bortoni, mettendo in evidenza che nel paese ”sono state realizzate meno del 56% delle opere necessarie”. La spesa necessaria è ”così rilevante che difficilmente si può sostenere con le sole tariffe – ha aggiunto Bortoni -. Per questo l’Autorità è orientata allo sviluppo di nuove opzioni finanziarie integrative e innovative quali ad esempio l’introduzione di hydrobond (titoli obbligazionari vincolati al finanziamento di piani di investimento), titoli di efficienza idrica e fondi nazionali, locali o ancor meglio di garanzia”.
Gli hydrobond potrebbero essere emessi da diversi soggetti, come Cassa depositi e prestiti, regioni, utility, ha spiegato Bortoni, assicurando che la ricerca dei finanziamenti non andranno a gravare sulla bolletta. Le criticità più rilevanti nel settore idrico ”riguardano le infrastrutture e, in particolare le perdite di rete, pari ad oltre il 30% dell’acqua immessa e non fatturata, un livello fra i peggiori in Europa – sottolinea l’Authority -. Ma anche l’assenza di servizi di fognatura per il 15% della popolazione e di servizi di depurazione per il 30% della popolazione”. Gli obiettivi prioritari dell’Autorità, ha concluso il Garante, ”sono promuovere, attraverso una regolazione stabile e certa, l’economicità, l’efficienza e l’equilibrio economico finanziario nelle gestioni, un servizio di qualità, lo sviluppo delle infrastrutture e la sostenibilità ambientale della fornitura affinché tutta la cittadinanza possa avere una ‘buona acqua’, restituita alla natura dopo una depurazione efficace, non lasciando alle generazioni future un’eredita’ negativa di inquinamento e sprechi”.