14 DIC – E’ a rischio sopravvivenza la produzione di riso italiana ed europea con il pericolo concreto che l’Ue diventi completamente dipendente dalla importazioni. E’ l’ulteriore denuncia, dopo quella sull’etichetta inglese a “semaforo”, che il ministro per le politiche agricole e agroalimentari Nunzia De Girolamo lancerà lunedì al Consiglio Ue. In questa iniziativa l’Italia é sostenuta da Francia, Spagna, Grecia, Portogallo e Bulgaria.
“Il settore sta affrontando una situazione particolarmente difficile – si legge nel documento depositato dall’Italia al Consiglio Ue – causa il progressivo aumento delle importazioni di riso lavorato, in particolare della varietà “indica” (quello prodotto anche in Italia ndr), sia dai Paesi meno sviluppati, che dai Paesi con cui l’Ue ha concluso accordi bilaterali”. L’aumento del riso importato e lavorato nell’Ue é significativo: “si é passati dalle 5mila tonnellate del 2008 alle oltre 180mila tonnellate del 2013, mentre i dazi negli ultimi quattro anni sono calati progressivamente del 35/40%”. Altro elemento di preoccupazione é il fatto che “nel corso degli ultimi anni Cambogia e Myanmar hanno aumentato gli investimenti nel settore per portare a oltre 5,5 milioni di tonnellate le loro esportazioni di riso lavorato, ossia più del doppio del fabbisogno di approvvigionamento dell’Ue”.
Non ultimo. l’Italia sottolinea il ruolo essenziale per la flora e la fauna (in particolare per gli uccelli migratori ndr) che da secoli assicurano loro le aree tradizionali risicole: un habitat protetto dall’Europa che va via via disparendo. ansa