13 dic – MACERATA Adriano Sofri arriva all’università per presentare un libro e scoppia la polemica. A farsi promotori della protesta sono stati gli studenti di Azione Universitaria mentre il rettore Luigi Lacché si incarica di buttare acqua sul fuoco.
Pesa ancora su Sofri quella condanna a 22 anni di carcere come mandante dell’omicidio del commissario Calabresi e il fatto che si sia presentato in aula a fare lezione agli studenti non è stato gradito da questi ultimi, almeno da quella parte rappresentata da Azione universitaria di area centrodestra. Che anzi considera la presenza di Sofri in ateneo «una vergogna sinistra», Sofri ieri pomeriggio era all’Università di Macerata per un motivo preciso: la presentazione del libro di Emmanuelle de Villepin «La vita che scorre».
«L’università – arringa Andrea Volpi, presidente nazionale di Azione Universitaria – è prima di tutto un’istituzione la cui missione primaria è educare e formare le coscienze dei giovani, non è concepibile che si pieghi così spesso ad accogliere tra le proprie stanze chi, in anni neanche troppo lontani, si è macchiato di azioni criminali altamente deprecabili».
A rincarare la dose ci pensa Vittorio Guastamacchia, dirigente nazionale di Azione Universitaria: «Questa presentazione è una riunione politica. Oggi pomeriggio (ieri, ndr) nell’Aula Magna dell’Ateneo si sono incontrati Sofri, la cui provenienza politica è più che nota, Laura Benedetto, moglie del presidente Rossi della Regione Toscana e l’autrice, nuora di Carlo De Benedetti». Secondo Guastamacchia sono tutti personaggi che non hanno problemi a trovare altriluoghi per essere ospitati. «Evidentemente – conclude – si cerca di impossessarsi di uno spazio che dovrebbe essere solo degli studenti».
Il rettore di Unimc, Luigi Lacché, che era a Roma per impegni istituzionali, liquida la questione con poche parole: «L’evento non era organizzato dall’Università e, tra l’altro, non si trattava di una lezione, ma della presentazione di un libro. Adriano Sofri è un libero cittadino, che ha scontato la sua pena. Noi, come Unimc, apriamo le nostre porte quando ci sono cose che fanno riflettere».
Sono d’accordo con gli studenti! Avrà anche scontato la pena, ma certe macchie non si lavano via facilmente! Poi cos’ha da insegnare uno che non ha insegnato a parlare correttamente neanche al figlio che, però, fa il giornalista!!!