7 dic. – Scattera’ dalla mezzanotte di domani la ‘rivolta’ dei tir sulla strade di tutta Italia con il rischio di paralizzare il Paese. Il fermo, confermato solo da alcune sigle minoritarie e che e’ stato revocato in Sicilia, durera’ fino a venerdi’ ma il timore e’ che la protesta possa bloccare tutto lo Stivale cosi’ come e’ avvenuto due anni fa. Il governo non nasconde una certa preoccupazione sia per i contraccolpi al sistema produttivo che per i problemi di sicurezza che potranno derivare dai blocchi delle strade.
“Ritengo sia doveroso chiarire che lunedi’ 9 dicembre non e’ un fermo del settore dell’autotrasporto – ha sottolineato in una nota il sottosegretario di stato con delega all’autotrasporto, Rocco Girlanda – ma solo di alcuni che aderiscono a movimenti di protesta concomitanti con altre categorie che hanno in animo forme di dissenso eclatanti a livello nazionale e che stanno assumendo in questi giorni preoccupanti toni di carattere ‘rivoluzionario’, dal quale si discostano tutte le maggiori associazioni dei vettori”.
A confermare il fermo il movimento dei Forconi, Life, Comitati Riuniti Agricoli, Movimento autonomo autotrasportatori, Aitras, Fiap-Traportounito a cui si sono uniti i Co.sp.a (Cobas latte)e i C.r.a. Gli autotrasportatori lamentano il mancato mantenimento degli impegni assunti dal governo e puntano il dito contro la legge di stabilita’ in cui sono state introdotte disposizioni per l’autotrasporto che non garantiscono soluzioni ai problemi del settore. Duri i toni della protesta. “L’Italia si ferma, ci hanno accompagnati alla fame, hanno distrutto l’identita’ di un paese, hanno annientato il futuro di intere generazioni”, si legge in un volantino delle sigle promotrici in cui si afferma che “ribellarsi e’ un dovere ‘quando un governo non fa cio’ che vuole il popolo, va cacciato anche con mazze e pietre'”.
Sono previste manifestazioni in tutta Italia con presidi e cortei in varie citta’ tra cui Roma, Torino, Grosseto, Caserta. Hanno invece revocato il fermo le sigle maggiori dell’autotrasporto come Cna e Confartigianato. La Cna-Fita ha anche denunciato di aver ricevuto lettere con minacce di morte indirizzate al presidente nazionale e al presidemte provinciale di Agrigento.
In Sicilia, dove agli inizi del 2012 esplose la protesta che si estese a tutta la penisola, l’associazione autonoma di autotrasportatori Aias ha revocato il blocco in seguito a un incontro tenutosi in prefettura a Catania. Sono pero’ tuttora in corso assemblee del movimento dei Forconi, l’ala piu’ dura della protesta che ha intenzione di sfidare il divieto delle prefetture. Nelle prossime ore il movimento decidera’ quali iniziative attuare.