COMUNICATO STAMPA NETWORK ANTAGONISTA IMOLESE
CA’ VAINA: AL SERVIZIO DEI CITTADINI O POLTRONIFICIO PD? IL NAI ESIGE CHE SI CAMBI ROTTA DOPO LA FALLIMENTARE GESTIONE DEL CENTRO.
Il Network Antagonista Imolese (NAI), la rete delle forze anticapitaliste della nostra città, ritiene inammissibile lo stato di incuria nel quale l’amministrazione comunale ha abbandonato Ca’ Vaina. Il centro che dovrebbe essere preposto alla formazione audiovisiva dei giovani imolesi, per il quale il comune stanzia annualmente oltre 100.000 euro, infatti, da quando è stato appaltato alla cooperativa Seacoop sta subendo una forte contrazione delle utenze, dovuta principalmente alla negligenza della cooperativa che lo gestisce.
La cooperativa che gestisce il Centro infatti non solo starebbe trascurando il capitolato, il cui rispetto era stato posto proprio dal Comune di Imola come condizione necessaria per la vittoria del bando emesso lo scorso anno, ma risulta che anche quando questa si impegni a rispettarlo, faccia esclusivamente il minimo indispensabile, senza curarsi di coinvolgere i giovani (veri destinatari dei fondi pubblici stanziati dal Comune) e preoccuparsi che alle iniziative proposte vi sia effettivamente riscontro di pubblico e di utenza.
Il centro ormai non risponde più al suo compito di valorizzazione della creatività e del protagonismo giovanile nella città, non favorendo più la socializzazione dei più giovani, atta a prevenire fenomeni di marginalità e di svantaggio socio-culturale. L’obiettivo di incentivare iniziative e percorsi di autogestione che sappiano trasformare i giovani da oggetto a soggetto della cultura, poi è totalmente disatteso. E’ stata inoltre cancellata la prevista formazione di nuove figure professionali nell’ambito audiovisivo, eliminando di fatto un’intera categoria professionale dalla città.
Questa situazione di fatto abbandona la parte più giovane della cittadinanza a se stessa, senza fornirle servizi adeguati, relegandola a vivere in una città fantasma, in cui l’inventiva e la voglia di avvicinarsi alla cultura audiovisiva rimangono imbrigliate e spesso limitate. L’intento di favorire l’inclusione sociale e la partecipazione attiva delle giovani generazioni alla vita della comunità, con il quale era nata Ca’ Vaina, pare aver lasciato il posto alle logiche interne alla cooperativa.
Risulta allora spontaneo chiedersi se il contributo comunale di 100.000 euro sia adoperato da Seacoop per la gestione di Ca’ Vaina o serva a Seacoop per aggiustare e gonfiare i propri bilanci o addirittura sistemare personale “suggerito”. E’ altrettanto plausibile domandarsi come la fallimentare gestione del centro, nonostante le grandi potenzialità e le più che adeguate strutture (sale prove, sale di montaggio, attrezzature audiovideo ecc.) di cui è dotato, non abbia spinto il comune a recedere dal contratto con Seacoop e a cercare soluzioni alternative più ragionevoli e proficue, come l’autogestione del centro da parte dell’utenza.
Questo ultimo interrogativo trova facile risposta: all’interno del centro lavora la consigliera comunale del PD, Alice Sieli. Solo a noi risulta palese che il fatto che una consigliera comunale lavori per una cooperativa che riceve finanziamenti dall’amministrazione comunale costituisca un forte conflitto di interessi?
Proprio per questo se, come crediamo, l’amministrazione comunale non recederà dal contratto, pretendiamo le dimissioni della Sig.ra Sieli dalla carica di consigliera comunale.
Chiaro è, dunque, che l’esternalizzazione del servizio di Ca’ Vaina, al quale è stata poi accorpata la Palazzina, che costituiva un’avanguardia a livello nazionale, possa essere iscritta nella fallimentare politica di privatizzazioni che il Partito Democratico, a livello nazionale come locale, sta da anni perseguendo, nell’ottica di smembrare il welfare pubblico per darlo in mano a privati, senza tenere conto della qualità dei servizi al cittadino. Emerge inoltre chiaramente agli occhi di tutti i cittadini come questo tipo di politiche abbia determinato un deliberato accantonamento della strategia educativa riguardante le giovani generazioni nella nostra città.
Troviamo tutto ciò davvero inammissibile e qualora questa situazione non cambiasse a breve non esiteremmo nel valutare opzioni radicali, come l’occupazione e l’autogestione del centro.
Network Antagonista Imolese