1 dic – «Finalmente papà potrà lasciare l’ospedale, questo Natale lo trascorreremo assieme». Può finalmente tirare un respiro di sollievo se non sorridere Martina Giangrande, la figlia del brigadiere dei carabinieri Giuseppe Giangrande, ferito il 28 aprile in un agguato a piazza Colonna, davanti a Palazzo Chigi, da Giuseppe Preti. Lo ha annunciato ieri, al Comando provinciale dei Carabinieri di Milano, alla presenza del comandante Maurizio Stefanizzi, durante l’incontro con i commercianti di Corso Buenos Aires, che le hanno consegnato due assegni, 10mila euro.
Al momento il brigadiere Giangrande si trova nell’ospedale di Imola, dove ritornerà, dopo il suo ritorno a casa, in primavera verso aprile per un intervento che dovrebbe consentirgli di migliorare la sua mobilità degli arti superiori. «È migliorato in questi mesi ma non posso dire che stia bene – ha spiegato la figlia -, utilizza una carrozzina elettrica per gli spostamenti che attiva col mento, ma l’intervento potrebbe essere una svolta. Ora muove un po’ le braccia ed è già un progresso. Il personale medico sta valutando l’idea di prelevargli dei muscoli dalla spalla per trapiantarglieli nella mano, consentendogli maggiori possibilità di movimento».
In questi sette mesi l’Italia non ha mai smesso di far sentire la sua vicinanza. Anche l’attenzione dei media non è mai scemata. «Anzi – conferma Martina -, è rimasta uguale, ho raccolto un migliaio di lettere scritte a mano, destinate a me o a mio padre – ha raccontato la ragazza – per non parlare delle e-mail: pensate che ogni martedì uno sconosciuto ci invia un mazzo di fiori diverso e non siamo ancora riusciti a scoprire di chi si tratta»
Per l’attentatore Luigi Preiti nessun perdono. «L’ho incontrato al processo, l’ho guardato negli occhi ma non ho sentito niente per lui. Ma il perdono – ha aggiunto – È un sentimento che non posso provare, almeno non ancora».
La ragazza ha ringraziato i commerciatni. «Vi ringrazio tantissimo, non mi aspettavo tanta generosità – ha detto Martina -. Voi non ci conoscete neppure ma avete fatto così tanto. Questo è un segnale importante, di grande speranza» il tempo
I miei più calorosi auguri a questo carabiniere incolpevole.