30 nov – (gazzettadelmezzogiorno) E’ lì sul sagrato di Santa Maria delle Grazie, la sua “nuova casa”, fin dal mattino. Ogni giorno. Con la pioggia, il sole e la neve. Ormai lo conoscono tutti nella zona. E’ il simbolo di una sofferenza muta. Occhialini su un volto avvezzo alla sofferenza, un giubbotto bianco – che con il freddo di questi giorni equivale al riparo di un lenzuolo piuttosto che di una coperta – a coprire un corpo tremante. La mano perennemente tesa a chiedere l’elemosina a passanti e devoti che alla spicciolata si infilano in chiesa.
C’è chi acconsente e chi tira dritto. Indossa abiti leggeri, pur se si è in profondo inverno. Suscita tenerezza solo a guardarlo. Una persona bisognosa di aiuto e di tutto: soldi, cibo, vestiario pesante. Questa è la situazione oggi di Emanuele D’Amico, uno sfortunato ragazzo di 33 anni, orfano di padre, che vive in un tugurio di 20 metri quadri nella vicina cittadina di San Marco in Lamis, per il quale paga un affitto all’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero di Foggia- Bovino. E che a causa delle sue precarie condizioni economiche sarà costretto a breve a lasciare.
L’obolo richiesto ai pellegrini “serve” in pratica a sfamarlo. Da tempo si aggira nei pressi del santuario. I proventi della questua sono magri. Se gli va bene (capita di rado) sono 5 euro; se gli va male in suo soccorso arrivano, vinti dalla pietà, i bar vicini che gli offrono un cappuccino caldo e un piatto di pasta.Il povero Emanuele percepisce una piccola pensione (è invalido al 100 per cento) in quanto sordo e quasi cieco.
Con quei soldi è costretto a pagare anche le multe che giocoforza – perché è vietato chiedere l’elemosina nei pressi della chiesa di Padre Pio e vicino al santuario- le forze dell’ordine (lo fanno a malincuore) sono costrette a comminargli. L’ultima volta – rivela – gli hanno sequestrato tre euro e cinquanta centesimi, a fronte di una multa molto più salata.
Del caso del povero Emanuele se ne sta prendendo cura la rivista de “Il pellegrino di Padre Pio” edito da Massimiliano Pitacco, noto per le sue battaglie di solidarietà in difesa dei diritti dei più deboli e degli emarginati. “Padre Pio ha sempre detto di occuparsi prima degli ultimi e dei sofferenti” si “giustifica” Pitacco. Il quale ha istituito una vera e propria catena di solidarietà pro Emanuele tra i migliaia di devoti del frate tramite Facebook. Ma non basta. “Finora svariate sono state le persone da tutto il mondo” rivela “che hanno inviato un aiutino al povero ragazzo per fargli trascorrere un Natale tranquillo. Ma c’è bisogno dell’apporto di tutti” dice. Si spera anche in un aiuto da parte del Comune di San Marco in Lamis, il paese del ragazzo.
Ma in che paese viviamo noi, possibile che i figli della propria Patria debbano essere trattati così e gente che viene da fuori debba avere tuti i riguardi? Se potessi cambierei paese ma non è più il momento di farlo.
A questo punto aggiungo anche un’altra cosa! C’è qualcosa che secondo me mi fa pensare che C’E’ QUALCUNO DI TROPPO QUI IN ITALIA, E “DI TROPPO”, NON SONO GLI IMMIGRATI, MA “DI TROPPO”, LO SIAMO DIVENTATI NOI ITALIANI…. ci stanno distruggendo abituandoci a una lenta e atroce agonia
Qualcuno lo chiama”Piano Kalergi”…
Tra un po’ con gli immigrati ci scambieremo gli edifici! i CIE e le carceri saranno i prossimi nostri unici rifugi, giusto per avere un tetto e 4 mura intorno, e le nostre case saranno regalate a tutti gli immigrati!…. questa sarà la futura nuova Italia, dalle stelle alle stalle, e si scende pure nell’abisso! Si salvi chi può!
Ma che fa scherziamo Enrico, essendo di nazionalità Italiana per questo ragazzo non gli spetta nulla anzi anche la Chiesa lo scaccia invece come hai detto se fosse stato un immigrante o un Rom facevano a pugni per poterlo aiutare, sia i Sindaci, Politici, Chiesa, Assistenti sociali e gli avrebbero dato la casa con tutti i confort a che carognate bisogna assistere!
Purtroppo è un Italiano, se fosse arrivato con un barcone adesso sarebbe mantenuto e riverito in qualche albergo e magari la congolese o la boldrini gli avrebbero anche fatto visita.
Essendo di nazionalità italiana,non c’è scampo per questo poveretto;
se fosse stato un”migrante”si sarebbero subito attivate le solite associazioni,le varie ong e istituzioni pubbliche.
hai tristemente ragione Enrico, l’Italia non è più madre benevola per i suoi figli…:(
La mia è solo un’amara constatazione della realtà;non fa”audience”il cittadino italiano in gravi difficoltà,ma solo se è”migrante”.