29 nov – Da lunedì in Russia non è più possibile pubblicizzare l’aborto. Il presidente Vladimir Putin, rivela il Cremlino, ha firmato un insieme di leggi che restringe la possibilità di realizzare spot pubblicitari. Oltre all’aborto, la nuova legge federale proibisce di diffondere anche la pratica illegale della “medicina popolare” e campioni gratuiti di medicine che contengano sostanze narcotiche.
UN MILIONE DI ABORTI. Sono circa un milione le donne che in Russia ricorrono all’aborto ogni anno e questo, secondo il governo, è tra le cause del tasso di natalità stagnante che si registra nell’ex paese comunista. Aumentare il tasso di natalità della popolazione è da 14 anni una delle priorità di Putin, che su questo versante ha ottenuto il pieno appoggio della Chiesa ortodossa russa, secondo la quale l’aborto rappresenta un «ammutinamento contro Dio».
LE PROTESTE. Secondo l’attivista per i diritti delle donne Olgerta Kharitonova «questa legge non è l’inizio della restrizione dei diritti riproduttivi delle donne, perché il processo è cominciato nel 2011». Kharitonova fa riferimento alla legge approvata dal governo in quell’anno che ha ristretto alla dodicesima settimana la possibilità di abortire in modo legale. Questa misura, secondo il viceministro della Salute Tatyana Yakovleva, ha ridotto di un quarto il numero di aborti negli ultimi cinque anni.
«OTTIMA LEGGE». Per Steven Mosher, presidente del Population Research Institute, Mosca ha invece approvato un’ottima legge perché «fino a quando la società russa si rifiuterà di riconoscere il valore della vita umana, il paese farà fatica ad andare avanti. Se il popolo russo vuole sopravvivere, l’aborto deve smettere di essere una pratica quotidiana».
Bravo mister Putin! Lei ha tutta la mia stima.