28 nov – Fabrizio Quattrocchi (Catania, 9 maggio 1968 – Iraq, 14 aprile 2004) è stato una guardia privata di sicurezza italiano. È noto per essere stato rapito e ucciso in Iraq, dove lavorava per una compagnia militare privata; è stato insignito della medaglia d’oro al valor civile alla memoria.
« Fabrizio Quattrocchi è inginocchiato, le mani legate, incappucciato. Dice con voce ferma: “Posso toglierla?” riferito alla kefiah. Qualcuno gli risponde “no”. E allora egli tenta di togliersi la benda e pronuncia: “Adesso vi faccio vedere come muore un italiano”. Passano secondi e gli sparano da dietro con la pistola. Tre colpi. Due vanno a segno, nella schiena. Quattrocchi cade testa in giù. Lo rigirano, gli tolgono la kefia, mostrano il volto alla telecamera, poi lo buttano dentro una fossa già preparata. “È nemico di Dio, è nemico di Allah”, concludono in coro i sequestratori. »
(Pino Scaccia, 9 gennaio 2006, descrivendo il filmato dell’uccisione di Fabrizio Quattrocchi)
Non è bastato che rivendicassero il sequestro a nome delle “Brigate dei muhajeddin” e delle “falangi verdi”. Non sono bastati i video in cui minacciavano l’Italia. Nè i riferimenti all’attentato di Nassiriya. Dopo nove anni (nove anni!) di processo, i sequestratori e killer di Fabrizio Quattrocchi sono stati assolti dall’accusa di finalità terroristiche. E l’uccisione del contractor italiano, giustiziato in Iraq nel 2004 con un colpo alla nuca dopo aver detto “così muore un italiano” fu per i giudici della prima Corte d’assise un episodio di violenza comune.
Per i due rapitori identificati (prima detenuti ad Abu Grahib, quindi indagati e processati a piede libero (sono nel loro Pese), il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 25 anni di reclusione per finalità terroristiche. Ma i giudici della prima Corte d’assise hanno espresso il dubbio che “quella pur grave azione delittuosa potesse avere una efficacia così destabilizzante da poter disarticolare la stessa struttura essenziale dello Stato democratico” e riferimenti ad Al Qaeda e a Nassiriya furono “semplici vanterie dirette ad accrescere il timore delle vittime”. Il pubblico ministero ha presentato ricorso. Per rendere giustizia a un italiano morto da eroe.
Non ho mai dimenticato Fabrizio Quattrocchi e non ho intenzione di farlo!
È uno degli italiani che stimo di più e che considero un vero esempio di eroe… niente e che fare con quei politici e magistrati flaccidi e vigliacchi che svendono ad ogni occasione la nostra dignità per prostrarsi agli arroganti di turno, meglio se immigrati, islamici e terroristi.
Grazie di cuore a questo grande Italiano, gli saremo sempre grati per il suo gesto pieno di onore e di coraggio! Poveri inutili meschini traditori coloro che sperano di annullare con discorsi vuoti e vigliacchi chi non sono neanche in grado di nominare. Vergognatevi e nascondetevi, non sarete mai niente e finirete per soccombere proprio sotto i colpi degli ignobili parassiti che proteggete. Esprimo ammirazione e solidarietà per la sua famiglia, deve essere fiera di lui!
E non solo:per qualcuno l’uccisione a sangue freddo di Fabrizio Quattrocchi è stata una”giusta punizione”;infatti la proposta di intitolare una via all’eroico cittadino italiano è stata prontamente respinta dai soliti sinistri;ovviamente all'”eroe”di Genova del 2001,i sinistri hanno invece prontamente intitolato addirittura una sala del senato!