26 nov. – Le riforme previdenziali nell’area Ocse hanno posticipato l’eta pensionabile, che “sara’ di almeno 67 anni entro il 2050 nella maggior parte dei paesi Ocse”. E’ quanto si legge nel rapporto Ocse ‘Pension at a Glance 2013′.
“Altri paesi – continua il rapporto – legano l’eta’ pensionabile alle aspettative di vita”. In Italia l'”eta’ pensionabile aumentera’ gradualmente per uomini e donne”.
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Per le donne la riforma ha stabilito che l’eta’ pensionabile sara’ come quella degli uomini di 66 anni entro il 2018. Dal 2018 al 2021 passera’ a 67 anni. La riforma del 2011 ha anche stabilito una finestra flessibile dell’eta’ pensionabile tra i 62 e i 70 anni, che di fatto estende in futuro l’eta’ pensionabile oltre 67 anni. La pensione di anzianita’ si otterra’ con un minimo di 20 anni di contributi e se l’ammontare complessivo della pensione non e’ inferiore di 1,5 volte l’assistenza sociale.
La Repubblica Ceca, Israele e la Gran Bretagna hanno introdotto definiti schemi previdenziali contributivi, tuttavia la Gran Bretagna nel 2012 ha anche introdotto, sulla scia di quanto hanno fatto Italia e Nuova Zelanda, l’iscrizione automatica a livello nazionale a un sistema previdenziale pubblico per tutti quei lavoratori che non hanno una copertura pensionistica privata.
L’Italia inoltre, secondo il rapporto, garantisce una maggiore protezione dalla poverta’ in eta’ pensionistica, assicurando ai lavoratori che hanno un reddito previdenziale al di sotto del 50% medio, un tasso di copertura previdenziale del 71% contro una media del 54%. (AGI) .