Teheran, 24 nov. – L’accordo sul programma nucleare di Teheran raggiunto a Ginevra “accetta il diritto iraniano ad arricchire l’uranio sul proprio territorio”. Lo assicura il presidente della Repubblica islamica, Hassan Rohani, il quale sottolinea come attraverso l’intesa si assesti un “colpo alla struttura delle sanzioni”. L’Iran, ha continuato Rohani in un discorso televisivo, “non ha mai cercato di costruire armi nucleari”.
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Di seguito una scheda che individua i punti chiave dell’accordo e i motivi della loro importanza per l’Iran e per la comunità internazionale. L’intesa prevede un impegno dell’Iran a tagliare le sue attività nucleari per sei mesi, in cambio di un limitato e graduale allentamento delle sanzioni. I sei mesi daranno tempo ai diplomatici per negoziare un accordo definitivo.
1. STOP ALL’ARRICCHIMENTO DI URANIO SOPRA IL 5%. Il documento stabilisce che l’Iran dovrà mantenere un livello di arricchimento dell’uranio non superiore al 5%, cioè ben al di sotto della soglia di più del 90% necessaria a rendere il materiale utilizzabile per la produzione di armi nucleari. L’uranio arricchito al 5% è adeguato a realizzare combustibile per il reattore iraniano di Bushehr. Per l’Iran la possibilità di mantenere il suo programma di arricchimento è un punto fondamentale; i leader iraniani insistono infatti sul volere mantenere la propria autosufficienza nella gestione dell’intero ciclo nucleare, dalla estrazione mineraria dell’uranio alla realizzazione del combustibile nucleare.
2. NEUTRALIZZARE LE SCORTE DI URANIO ARRICCHITO AL 20%. L’uranio arricchito al 20% è uno dei numerosi passi che servono a raggiungere il livello del materiale utile al suo impiego per armi nucleari. In base all’accordo, l’Iran dovrà eliminare le scorte già esistenti di uranio arricchito al 20%, che andranno convertite in combustibile per i reattori o portate a un livello di arricchimento inferiore al 5%. L’eliminazione di queste scorte rassicura i Paesi occidentali, preoccupati che Teheran possa dotarsi rapidamente dell’atomica se ha già a disposizione materiale arricchito a questo livello. L’Iran opterà probabilmente per la conversione in combustibile perché sostiene di avere scorte di uranio arricchito al 20% sufficienti a gestire a lungo termine le operazioni del suo reattore di ricerca, che ha bisogno di quel tipo di materiale e produce isotopi per il trattamento medico e altri usi, secondo Teheran sempre pacifici. Il fatto di permettere all’Iran di utilizzare le proprie scorte per fini domestici è un importante risultato politico per Teheran, i cui leader sono sempre stati recalcitranti all’ipotesi di inviare le scorte fuori dal Paese.
3. NO A NUOVE CENTRIFUGHE. Le centrifughe vengono utilizzate per arricchire l’uranio e l’accordo prevede il divieto di installarne di nuove. All’Iran, però, viene consentito di mantenere in funzione le sue due principali strutture per l’arricchimento dell’uranio. E questo è un buon risultato per il governo iraniano, che avrebbe altrimenti dovuto affrontare una dura reazione dei radicali in patria se uno dei due laboratori fosse stato costretto a chiudere.
Da quando è stato rivelato nel 2003, il programma di arricchimento dell’Iran è cresciuto da poche decine di centrifughe a oltre 18mila installate e più di 10mila in attività. Le macchine hanno prodotto tonnellate di uranio a basso arricchimento, che possono essere trasformate in materiale per armi; inoltre Teheran ha accumulato circa 200 chilogrammi di uranio altamente arricchito in una forma che può essere convertita più rapidamente in materiale fissile per testate nucleari. Le sue scorte sono quasi sufficienti a creare una bomba nucleare.
4. SOSPENDERE I LAVORI NEL REATTORE DI ARAK. Il reattore di Arak, città che si trova nella zona centrale dell’Iran, è un impianto ad acqua pesante in grado di produrre plutonio. Impianto ad acqua pesante significa che utilizza una variante molecolare dell’acqua come refrigerante e può quindi funzionare anche con uranio non arricchito. Produce anche un collaterale del plutonio, che potrebbe essere estratto e potenzialmente utilizzato per la produzione di armi nucleari. L’accordo con l’Iran prevede che non sarà costruito un impianto di riprocessamento dell’uranio.
5. IRAN PROMETTE RISPOSTE ALL’ONU, ANCHE SU SITO MILITARE PARCHIN. Nell’accordo viene menzionata esplicitamente la base militare di Parchin, che si trova vicino Teheran. Il sito è da tempo oggetto di un’impasse tra l’Iran e l’Aiea, cioè l’Agenzia internazionale per l’energia atomica delle Nazioni unite. Gli ispettori dell’Onu intendono visitare di nuovo Parchin per indagare sui sospetti relativi test esplosivi avvenuti in passato che potrebbero avere a che fare con progetti di realizzazione di una bomba nucleare, ma Teheran nega di volersi dotare dell’atomica. Teheran sostiene che ulteriori ispezioni siano possibili, ma ha voluto imporre restrizioni che limitano le informazioni che l’Aiea può diffondere in merito.
6. ALLENTAMENTO SANZIONI A TEHERAN. In cambio delle rinunce dell’Iran relative al suo programma nucleare, i Paesi occidentali annunciano l’alleggerimento delle sanzioni in vigore. Teheran avrà accesso a 4,2 miliardi di dollari derivanti dalle vendite del petrolio e a circa 1,5 miliardi di dollari derivanti dalle importazioni di oro e altri metalli preziosi, dalle esportazioni nel settore petrolchimico e dal settore auto iraniano; verrà inoltre garantito a Teheran un più facile accesso alle transazioni per motivi umanitari. In una nota la Casa Bianca ha fornito qualche dettaglio sulle sanzioni che saranno interessate. Ci sarà un “limitato, temporaneo, mirato e reversibile alleggerimento delle sanzioni”, spiega la Casa Bianca, aggiungendo che “resterà in vigore l’architettura chiave delle sanzioni finaziarie, sul petrolio e sul sistema bancario”. L’amministrazione Usa sottolinea che, qualora Teheran non rispettasse gli impegni presi, ogni alleggerimento delle sanzioni sarà revocato e anzi nuove sanzioni saranno imposte.