22 nov. – Il Tribunale internazionale del diritto del mare ha ordinato alla Russia di rilasciare la nave di Greenpeace e di consentire ai 28 attivisti e 2 giornalisti arrestati per il blitz nell’Artico di lasciare il Paese, dietro il versamento di una cauzione di 3,6 milioni di euro. In sostanza e’ stato accolto il ricorso dei Paesi Bassi che avevano chiesto la liberazione e il rimpatrio dell’equipaggio del rompighiaccio Arctic Sunrise, battente bandiera olandese, in attesa che si completi l’arbitrato richiesto dall’Aja.
Greenpeace ha parlato di pronuncia “storica” e ha invitato Mosca a darle attuazione ma il governo russo ha subito ribadito di non riconoscere la giurisdizione del Tribunale sul caso. Le decisioni del Tribunale del diritto del mare, un organo indipendente dell’Onu con sede ad Amburgo creato per risolvere le dispute marittime tra gli Stati, sono vincolanti ma la Corte non ha strumenti per imporne l’applicazione. L’Olanda chiedeva il rilascio provvisorio della nave e del suo equipaggio, fermato il 18 settembre dopo la protesta contro una piattaforma della Gazprom.
E a favore della sua richiesta, ha riferito il presidente del Tribunale, il giapponese, Shunji Yanai, si sono pronunciati 19 giudici contro due. “Una giornata storica”, ha commentato Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International, che tra l’altro ha appena lasciato Varsavia dove i colloqui tra i delegati di 195 Paesi per cercare un accordo contro il surriscaldamento globale sembrano destinati al nulla di fatto.
Al momento, per quanto sono stati tutti rilasciati su cauzione tranne uno, gli attivisti di Greenpeace fermati in Russia non possono lasciare il Paese fino alla conclusione delle indagini.