21 nov – Per combattere le illegalità e favorire un’immigrazione consapevole, l’Inca insieme alla Flai, oggi, ha annunciato l’apertura di uno sportello di orientamento e di informazione a Tunisi per i lavoratori del Nord Africa che vogliono venire in Italia per trovare un’occupazione.
Si comincia con i tunisini per poi estendere la presenza del sindacato e del patronato nelle altre comunità di lavoratori stranieri che soprattutto negli ultimi anni scelgono l’Italia come paese di ingresso verso l’Europa.
Per combattere le illegalità e favorire un’immigrazione consapevole, l’Inca insieme alla Flai, oggi, ha annunciato l’apertura di uno sportello di orientamento e di informazione a Tunisi per i lavoratori del Nord Africa che vogliono venire in Italia per trovare un’occupazione. Si comincia con i tunisini per poi estendere la presenza del sindacato e del patronato nelle altre comunità di lavoratori stranieri che soprattutto negli ultimi anni scelgono l’Italia come paese di ingresso verso l’Europa.
“Quella tunisina -informa l’Inca- è una delle comunità più estese in Italia. Su 3,5 milioni di immigrati non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia al 1° gennaio 2011, circa un milione proviene dal continente africano, in grande prevalenza dalla regione dell’Africa settentrionale (760.673). I cittadini della Tunisia rappresentano il 3,3% del totale degli immigrati non comunitari e la loro incidenza sale al 16% dei cittadini provenienti dall’Africa settentrionale. I tunisini rappresentano l’ottava comunità per numero di presenze tra i cittadini non comunitari”.
“Al 1° gennaio 2011 -fa notare- i migranti di origine tunisina risultano 116.651. I tunisini rappresentano l’ottava comunità per numero di presenze tra i cittadini non comunitari. Gli uomini di origine tunisina sono circa 76mila, pari al 65% del totale. Nel corso degli ultimi 20 anni, la crescita della presenza tunisina in Italia è stata costante e il numero complessivo è aumentato di circa 6 volte”.
“La comunità tunisina -osserva l’Inca- è insediata prevalentemente nel Nord Italia (63%), ma è significativa la presenza nel Sud, dove risiede un immigrato tunisino su 5. Le prime tre regioni di destinazione sono: l’Emilia Romagna (24%), la Lombardia (21%) e la Sicilia (14%). Dal punto di vista anagrafico, l’età media dei cittadini tunisini titolari di permesso di soggiorno è di 29,2 anni, mentre i minori sono 33.568, pari al 28,8% del totale della comunità. Nell’anno scolastico 2011-2012, risultano iscritti 18.674 studenti di origine tunisina: il 40% di essi frequenta la scuola primaria. Più della metà è titolare di un permesso per lungosoggiornanti di lungo periodo (56,4%). Nel corso dell’ultimo anno, 1.215 migranti di origine tunisina hanno acquisito la cittadinanza italiana: il 70% di essi per naturalizzazione, il restante 30% per matrimonio”.
“La comunità tunisina -continua- si colloca all’11esimo posto per numero di occupati tra i cittadini non comunitari (il 60,5% risulta occupata; un valore di oltre 10 punti percentuali più alto rispetto agli altri paesi dell’Africa settentrionale). Nel 2011, 34 mila persone avevano un rapporto di lavoro dipendente e 12 mila sono titolari di imprese individuali, pari al 4% del totale degli imprenditori non comunitari. Il tasso di disoccupazione è dell’11,5%, quasi la metà di quello registrato tra i cittadini provenienti dagli altri paesi dell’Africa settentrionale (19,3%)”.
In particolare, il 41% è impiegato nell’industria (di cui il 24% nelle costruzioni) e il 40% nei servizi, mentre il 19% è occupato nel settore dell’agricoltura, della caccia e della pesca. Oltre il 50% dei lavoratori tunisini dispone di un titolo di istruzione secondaria di primo grado; perciò mediamente alto. Nel corso del 2011, sono stati attivati oltre 28 mila rapporti di lavoro per lavoratori tunisini e nello stesso periodo sono stati cessati 30.208, quasi il 7% in più rispetto alle attivazioni.
Per quanto riguarda il sistema di welfare, nel corso del 2010, il numero dei beneficiari tunisini di trattamenti di integrazione salariale ordinaria è stato di 4.198 persone, mentre quelli che hanno usufruito dei trattamenti di integrazione salariale straordinaria è stato di 1.111 persone, pari rispettivamente al 4 e al 2% del totale dei cittadini extracomunitari presenti nel nostro paese.
In mobilità soltanto 428 tunisini nel 2011 (per lo più uomini, 402), con una incidenza sul totale dei beneficiari non comunitari pari al 3,5%. Sono 5.403 le persone in disoccupazione ordinaria non agricola, con una incidenza del 3,7% sul totale dei paesi non comunitari. Mentre 6.086, nel 2010, erano in disoccupazione agricola (quasi la totalità uomini, 5.620), pari al 13% del totale dei non comunitari. Inoltre, 2.436 hanno ricevuto l’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti, anche in questo caso soprattutto uomini, pari a una incidenza del 6,4% del totale dei non comunitari.
Per sapere quanti tunisini ci sono in italia badta scorrere le pagine di cronaca dei giornali… Ma smettetela di fare queste stronzate, invece di reclutare altri parassiti, cercate di aiutare i vostri connazionali che stanno morendo di fame!
smettetela di fare e scrivere stupidaggini, direi che da tempo non viene nessuno a cercare lavoro vogliono tutti asilo politico e basta ! stupidita’ extrema ..non sapete quanti italiani sono senza, lavoro,senza soldi ?
smettetela di fare i finti buonisti . c’e’ gente che ne ha piene le scatole delle vostre porcate.