19 nov. – Un mese di arresto e una multa di 100 euro: e’ questa la richiesta di pena formulata dal rappresentante della pubblica accusa nel processo che vede imputata Daniela Santanche’ per una protesta anti-burqa da lei promossa a Milano nel settembre 2009, alla cerimonia di chiusura del Ramandan. Duemila euro di multa sono stati invece chiesti per Ahmed El Badry, l’egiziano imputato insieme alla Santanche’, accusato di lesioni per averla aggredita, sempre in occasione della cerimonia di chiusura della manifestazione.
Il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto che vengano riconosciute le attenuanti generiche alla Santanche’ per il suo corretto comportamento processuale, anche perche’ “si e’ fatta interrogare”, e per la sua incensuratezza. Poi ha spiegato che per il reato di manifestazione non autorizzata “non e’ previsto il dolo” ma solo la colpa e quella della Santanche’ sarebbe stata quella di non chiedere il placet al Questore nelle modalita’ previste dalla legge. Per quanto riguarda il suo aggressore, El Badry, il magistrato ritiene che vada punito con 2mila euro di multa senza la concessione delle generiche e nemmeno dell’attenuante della provocazione, perche “ha colpito una persona, oltre tutto di sesso femminile, che esprimeva delle opinioni e non c’era motivo di colpirla”. La sentenza sara’ pronunciata dal giudice monocratico dell’ottava sezione penale Elena Balzarotti il due dicembre prossimo.
SANTANCHE’, PER DONNE E’ PRIGIONE PORTATILE
“Ho visto decine di donne andare in giro con questa prigione portatile che e’ il burqua”.
E’ uno dei passaggi delle dichiarazioni rese da Daniela Santanche’ nel processo che la vede imputata per manifestazione non autorizzata. Santanche’ ha parlato nella doppia veste di parte offesa perche’ aggredita da un egiziano, imputato insieme a lei, e imputata in quanto, ha spiegato il pm, non chiese nella sua veste di promotrice l’autorizzazione per la manifestazione al Questore, come prevede la legge, tre giorni prima che venisse svolta. La parlamentare del Pdl ha ricordato di essere stata colpita “con un braccio ingessato” da Ahmed El Badry, “uno dei piu” intransigenti” tra coloro con i quali ebbe un’accesa discussione, e di essersi poi “accasciata”. Come confermato da lei stessa oggi, Santanche’ non ando’ in ospedale a farsi medicare dopo il colpo subito ed entro’ all’interno della Fabbrica del Vapore per parlare con alcune rappresentanti delle donne islamiche. Al Fatebenefratelli le diagnosticarono qualche ora dopo una prognosi di 20 giorni. “Ero andata li’ – ha detto la parlamentare – perche’ volevo controllare se veniva rispettata la legge che impone alle donne di non stare a viso coperto”. (AGI) .
Questi giudici dovrebbero essere processati e condannati per non fare rispettare le leggi italiane.