19 nov – Ecco una prova di come quanto siano moderati i musulmani presenti in Italia. L’imam di Segrate, Alì Abu Shwaima, così si è espresso all’indirizzo di Daniela Santanché: “Ha offeso il profeta e la comunità islamica. Merita il fuoco del giorno del giudizio, Dio la castiga. Cosa sono cento euro per lei…”. Il riferimento dell’imam della prima moschea moderna aperta in Italia, è alla richiesta del pm per la protesta anti-burqa del 2009, per la pena di un mese d’arresto e 100 euro di multa. La situazione degenerò fra spintoni e colluttazioni alla Fabbrica del Vapore durante la festa per la fine del Ramadan.
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Tra me è l’onorevole Santanché vi è un abisso politico. Ma le parole dell’imam di Segrate Shwaima pronunciate durante la trasmissione ‘La zanzara’ sono assolutamente inaccettabili e meritano una risposta adeguata. In un paese civile e democratico certe affermazioni non possono avere cittadinanza. Incitano all’odio e alla violenza e sono la negazione di un rapporto corretto tra diverse religioni.
L’imam di Segrate è noto per queste dichiarazioni del tutto inappropriate come quando nel 2011 lanciò una fatwa contro Vendola in quanto gay. Ha così dichiarato il Vice Presidente del Consiglio provinciale di Milano Roberto Caputo