15 nov – “Comprensione e perdono”. E’ quello che ha chiesto un gruppo di jihadisti siriani che ha decapitato un uomo ritenendolo un fedele del regime di Bashar al-Assad, salvo poi constatare che si trattava di un errore.
In un video pubblicato online nei giorni scorsi, i seguaci dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante mostravano la testa decapitata di uomo. Brandendo un coltello insanguinato di fronte a una folla nelle vicinanze di Aleppo, un uomo affermava che si trattava di un membro della milizia sciita che combatte al fianco del regime.
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Ma il video ha permesso a qualcuno di identificare la vittima come un membro di Ahrar al-Sham, gruppo ribelle islamico, alleato dello Stato islamico in molte battaglie contro le forze di Bashar al-Assad.
Si tratterebbe in particolare di Mohammed Fares, comandante di un battaglione del gruppo ribelle. Omar al-Qahtani, un portavoce dello Stato islamico (gruppo affiliato ad al-Qaeda), ha quindi spiegato in un secondo video che l’uomo era rimasto ferito in una battaglia con i miliziani sciiti filo-Assad, è stato poi prelevato dai jihadisti e, credendo di essere finito invece in mano ai nemici sciiti, ha chiesto di essere ucciso.
Secondo gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, i militanti dello Stato islamico hanno esaudito la sua richiesta anche perché avrebbero frainteso alcune parole di Fares in merito agli imam Ali e Hussein, figure sacre per lo sciismo. Nel secondo video, Qahtani ha quindi fatto riferimento a un episodio della vita del profeta Maometto, il quale avrebbe spiegato che Allah è pronto a perdonare chi uccide un fedele per errore. “Abbiamo sbagliato – ha ammesso il portavoce – Cercate di comprenderci e di perdonarci”.
adnkronos
Questi “ribelli siriani” sono delle bestie, spero che Assad li faccia fuori tutti quanti!