Qualcuno liberi l’Italia dalle grinfie di Enrico Letta (emulo di Monti)

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14 nov – Non se ne può più di questa pantomima tutta interna al Pdl che vede contrapposti scienziati del calibro di Fitto e Alfano. Ma è mai possibile inchiodare un Paese intero alle paturnie di alcune nullità fomentate dalle piroette di Berlusconi? Il quadro è desolante ma la situazione è chiarissima. Berlusconi, divenuto inaffidabile agli occhi della massoneria reazionaria che governa la Ue, è in procinto di fare la fine di Craxi (clicca per leggere) mentre i roditori capeggiati da Angelino Alfano, come da copione, si agitano nella speranza di trovare qualche possibile via di fuga.

Questa lapalissiana quanto tragicomica situazione, al lume della vostra ragione, merita la miriade di articoli, retroscena e indiscrezioni che la stampa di regime continua a dedicare alla faccenda? Credo di no. In realtà basterebbero poche righe per fotografare il quadro a beneficio del grande pubblico: se Letta rinvia il voto sulla decadenza di Berlusconi, il Pdl ritrova improvvisamente l’unità e la “responsabilità”; se il duo Letta-Napolitano (come da mandato ricevuto da Francoforte) insiste invece nel mantenere la linea dura contro l’annebbiato Cavaliere, la nuova Forza Italia passerà all’opposizione.

Nel mentre, un gruppo di accattoni con la testa sul colle, guidato da un ridicolo Alfano in versione Franceschiello, garantirà la permanenza di Enrico Letta a Palazzo Chigi per un’altra manciata di settimane, quando, in virtù dell’ imminente approdo di Matteo Renzi alla guida del Pd (Partito Disperati), il fragile equilibrio che regge il governo salterà definitivamente e per inerzia. Quel mercante di Berlusconi, attorniato da cariatidi del calibro di Ennio Doris, Fedele Confalonieri e Gianni Letta (zio dell’altrettanto viscido nipote), in cuor suo, spera ancora di strappare in extremis un onorevole armistizio. Silviuccio nostro continua a scrutare oracoli che non possono rispondere. Quando, e se, l’ex premier capirà che il suo triste destino è stato deciso dalle parti dell’Eurotower (e non al Quirinale come ingenuamente pensa) sarà già troppo tardi. Pazienza.

Chissà se l’avvenuta pubblicazione di una indiscrezione volta a palesare il sadico entusiasmo manifestato dall’apprendista del Venerabile Draghi, alias Fabrizio Saccomanni (clicca per leggere), servirà finalmente ad affinare l’intuito appannato del focoso padroncino del più lucido Dudù? Chi vivrà vedrà. Nel frattempo, nonostante i morsi della crisi, noto con piacere che in molti non hanno perso la voglia di scherzare. Enrico Letta, Moody’s, Saccomanni e l’Europa vedono la crescita; il Fmi, l’Ocse, la Merkel e Barroso sentono la ripresa; tutti gli altri, invece, avvertono all’unisono una specie di prurito posteriore che tende a peggiorare col passare dei giorni. Fra tutti i moniti in libertà che il mainstream divulga senza pudore, ce n’è uno che trovo particolarmente demenziale: quello volto a mettere in guardia le forze politiche tentate dallo sfiduciare Letta perché il Paese non capirebbe.

A dire il vero il Paese ancora non ha capito come ci è finito Letta al potere, visto che il Nipote di suo Zio non è stato mai votato da nessuno né mai nessuno lo voterebbe. In ogni caso sembra di rivivere lo stesso ipocrita e falso piagnisteo che faceva da scudo alla patetica (e già con ignominia archiviata) parentesi dei tecnici al potere.  Ricordate cosa scrivevano i giornalisti-lecchini per impressionare i bambini: chi dovesse far cadere Monti dovrà poi assumersene la responsabilità di fronte agli italiani. Alla prova dei fatti è accaduto l’esatto contrario. Chi, come lo sventurato Bersani, è rimasto attaccato al becchino Monti fino all’ultimo è stato poi ferocemente punito nelle urne (clicca per leggere).

Mentre Berlusconi, staccatosi furbescamente a pochi metri dall’arrivo, si è garantito una insperata rimonta rinnegando fuori tempo massimo le politiche promosse dal becchino di Varese. Oggi è uguale. Letta, nel Paese reale, è odiato almeno quanto il suo predecessore Monti. Pertanto, dal punto di vista elettorale, i partiti che dovessero provocare la rapida caduta dell’attuale Gabinetto non potrebbero che trarne un sostanzioso beneficio in termini di raccolta del consenso popolare. Con buona pace di Massimo Franco, Eugenio Scalfari, Antonio Polito e di tutti gli altri scribacchini pagati a peso d’oro per sbagliare maliziosamente all’infinito analisi, letture e commenti. Tanto, in un Paese come l’Italia dove la responsabilità si predica ma non si pratica,  nessuno di loro sarà mai chiamato a rispondere per gli errori commessi.

Francesco Maria Toscano  – il moralista

3 thoughts on “Qualcuno liberi l’Italia dalle grinfie di Enrico Letta (emulo di Monti)

  1. Purtroppo le cose stanno esattamente così; e io aggiungerei che questa feccia ignobile è solo regime,miserabile,putrido,infame,traditore e spietato,che non ha nulla a che vedere con la legalità e meno che mai con la democrazia!

  2. ” in un Paese come l’Italia dove la responsabilità si predica ma non si pratica, nessuno di loro sarà mai chiamato a rispondere per gli errori commessi.” apparte Berlusconi

  3. bravissimo FrancescoMaria Toscano sono d’accordissimo con la tua analisi.Continua cosi’ perche’di questi giornalisti abbiamo bisogno e non dei vari scalfari polito e company!

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