8 nov – E’ pari all’8% dei costi su dieci anni l’impatto delle norme Ue sull’industria dell’alluminio europea, sulla cui competitività a pesare di più restano i costi elevati dell’energia. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato dalla Commissione Ue, secondo cui i costi per il settore sono più influenzati dalle politiche nazionali che da quelle Ue. In determinate condizioni, quindi, con un adeguato mix di politiche, diventerebbe quindi ”possibile” produrre alluminio a livelli competitivi in Europa.
Il nodo principale resta un ”miglioramento delle condizioni del mercato dell’elettricità”, senza di cui altri produttori europei di alluminio ”potrebbero essere a rischio di chiusura”. I costi dell’energia sono infatti pari a oltre un terzo di quelli complessivi che l’industria deve sostenere, e le aziende che beneficiano di vecchie tariffe agevolate sono tra le più competitive al mondo, mentre quelle che si approvvigionano a costi di mercato sono le meno competitive su scala globale.
”Ripristinare la competitività dell’industria dell’alluminio è una questione urgente, dobbiamo considerare attentamente gli effetti di tutte le politiche Ue rilevanti per questo settore”, ha riconosciuto il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani, ricordando la necessità per i produttori di alluminio di avere accesso all’elettricità a prezzi ”abbordabili”. la questione sarà affrontata al prossimo Consiglio Ue competitività che si terrà a Bruxelles a dicembre.
Presto detto.. 😉
Un recente art. :
(Alcoa, Glencore: energia a –>>25 euro per Mwh per 10 anni. “Condizione imprescindibile”)
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Letto bene?——> I-M-P-R-E-S-C-I-N-D-I-B-I-L-E
Bene in Italia siamo a oltre. 214 €/MWh..
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E considerando che in Cina costa 23 euro Mwh, non possiamo biasimare chi chiude L-I-C-E-N-Z-I-A e scappa da questa terra di eco-psicopatici fomentati da pseudo ambientalisti
Questa tragedia sociale prima che economica e’ costruita sulla bugia del riscaldamento globale, che impone (solo a noi) tasse sulla CO2 pannellini e girandole eoliche.
Solo di (INCENTIVI) Parliamo di 14 miliardi di eruro all’anno per 20 anni
.
Ma danni ben piu’ gravi per la chiusura o delocalizzazioni di imprese andrebbero conteggiate a parte.
INFATTI.
Se ai sussidi al fotovoltaico si aggiungono quelli dell’eolico, biomasse, certificati verdi, Cip6 arriviamo a 12 miliardi l’anno (da pagare per i prossimi 20 anni) cui bisognerà aggiungere un altro paio di miliardi l’anno per indennizzare (capacity payments) ..
Un’operazione colossale avvenuta senza alcuna specifica delibera parlamentare ma solo per effetto di decreti ministeriali e gestita “fuori bilancio”in quanto i sussidi vengono addebitati alle bollette tramite la componente A3.
BENE.
Avete voluto i pannellini e le ventoline? ..e salvare dal riscaldamento questo pianetino che dal 1995 ha le temperature medie INCHIODATE ?
Ora c’e’ il conto da pagare, chiamatelo decrescita felice, che miseria fame e disperazione fa’ piu’ paura..
😉