6 nov – “Incomprensibile” ma soprattutto “offensivo” della memoria di milioni di morti. Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) Renzo Gattegna reagisce alle parole di Silvio Berlusconi che, nell’anticipazione del libro di Bruno Vespa, racconta che i suoi figli dicono di sentirsi “come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler”.
“L’Italia è democratica, la Germania nazista una spietata dittatura”
“L’Italia repubblicana – dice Gattegna – è un paese democratico. La Germania nazista era una spietata dittatura governata da criminali che teorizzavano e commettevano i più gravi delitti contro l’umanità. Contro gli ebrei i nazisti si accanirono con spietata crudeltà tanto che, alla fine di quel tragico periodo, gli ebrei dovettero contare oltre sei milioni di morti”.
“Ogni paragone inappropriato e offensivo”
“La vita degli ebrei d’Europa sotto il nazismo – prosegue Gattegna – fu segnata da un vortice nero di violenza, persecuzione, morte. Una catastrofe che non è soltanto del popolo ebraico ma dell’umanità intera. Ogni paragone con le vicende della famiglia Berlusconi è quindi non soltanto inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa”. rainews24
Non capisco questa presa di posizione. Non sono ancora stati deportati come gli ebrei nei campi di sterminio, ma la persecuzione e visibile da venti anni. Protesta puerile e strumentale.
Questo è un coglione. Non ha la più pallida idea di cosa significa essere perseguitati dalla giustizia per 20 anni solo perché sei rappresentante di uno schieramento politico non allineato a sinistra. Berlusconi ha sbagliato perché il paragone più calzante lo doveva fare con i dissidenti russi e cinesi perseguitati dal partito comunista e da Stalin la cui ombra continua a oscurare l’umanità anche dopo morto.