Berlusconi: il 27 novembre il voto del Senato sulla decadenza

berlu5 nov – La capigruppo del Senato ha stabilito che il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore in base alla legge Severino sara’ espresso dall’Aula di Palazzo Madama il 27 novembre prossimo. La decisione e’ stata presa a maggioranza e quindi il calendario dovra’ essere confermato dal voto dell’assemblea.

Sulla decisione si sono aperte subito forti polemiche. Il capogruppo Pdl, Renato Schifani, e il vicepresidente, Maurizio Gasparri, hanno infatto sollevato una pregiudiziale in ordine al pronunciamento della giunta per le elezioni, in relazione ai post del senatore Vito Crimi e delle numerose comunicazioni con l’esterno a vario titolo avvenute durante la camera di consiglio della giunta. ”Secono noi – ha spiegato Gasparri – la questione attiene anche alla validita’ del pronunciamento della giunta”.

Grasso ha deciso di convocare un Consiglio di presidenza per valutare la validita’ delle decisioni della giunta per le elezioni, la cui data non e’ ancora stata fissata. ”Oggi nel corso del Consiglio di presidenza che si e’ svolto prima della capigruppo – spiega Gasparri ai giornalisti al termine della capigruppo – ho sollevato la questione della nostra pregiudiziale. Come si ricordera’ in seguito al caso dei post del senatore M5S Vito Crimi il presidente Grasso ha disposto un’indagine. Al suo termine Grasso ha svolto una relazione in cui ha dettagliato i numerosi contatti di svariati senatori con l’esterno durante lo svolgimento della camera di consiglio della giunta. Questo secondo noi comporta la necessita’ di una sanzione, ma attiene anche alla validita’ del pronunciamento della giunto sulla decadenza”.

Grasso, ha riferito ancora Gasparri, ”ha dichiarato che secondo lui il pronunciamento della giunta e’ valido, ma che la questione sara’ valutata da un consiglio di presidenza”. Vivaci la reazioni e le proteste da parte dei capigruppo M5S, Paola Taverna, e Sel, Loredana De Petris. Il Cavaliere: ”Napolitano ancora in tempo per concedermi la grazia”.

Silvio Berlusconi ritiene che il capo dello Stato sia ancora in tempo per concedergli la grazia di sua iniziativa nell’ambito del processo Mediaset sui diritti tv. Il leader del Pdl lo afferma a Bruno Vespa per il libro ‘Sale, zucchero e caffe’. L’Italia che ho vissuto da nonna Aida alla Terza Repubblica’, in uscita per Mondadori-Rai Eri venerdi’ 8 novembre. ”Mi dicono che per avere la grazia bisogna aver iniziato a scontare la pena – sottolinea Berlusconi – dunque, sarebbe ancora in tempo”.

Nel suo libro, Vespa scrive che non e’ stata presentata finora alcuna domanda da parte di Berlusconi, della sua famiglia e dei suoi avvocati. Napolitano ricevette riservatamente il 9 agosto Gianni Letta e Franco Coppi, difensore del Cavaliere, per un sondaggio discreto sulla possibilita’ della grazia. Essi interpretarono positivamente in questo senso un passaggio del messaggio di Napolitano del 13 agosto. Poi, scrive Vespa, il capo dello Stato si sarebbe irrigidito per le dimissioni in massa dei parlamentari del Pdl (poi revocate) e da allora non si e’ piu’ parlato di grazia