2 nov. – “Vorrei che leggeste le carte del processo di Torino. Mio figlio è un ragazzo molto serio. Ha fatto un contratto privato in cui era previsto che alla scadenza ci sarebbe stata una liquidazione”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri rispondendo a chi, in conferenza stampa a Chianciano, le faceva notare la liquidazione percepita dal figlio dalla società del gruppo Ligresti.
“Ho fatto la strada che ho fatto solo grazie alle mie forze”. Lo dice il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri a chi le chiede un commento a quanto emerso dalle intercettazioni su di lei dove si allude a favoritismi di cui avrebbe goduto nella carriera. Cancellieri ha ricordato di essere stata nominata prefetto da Mancino, mentre Maroni la mandò a Vicenza e Pisanu a Bergamo mentre a Brescia la inviò Bianco e a Genova Giuliano Amato.
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“Una decisione politica”. Così Fausto Marchionni, ex ad di Fonsai, marchia la fusione con Unipol. Parlando con i magistrati di Torino, titolari dell’inchiesta sulla compagni assicurativa, svela: “a mio modo di vedere la compagnia era assolutamente in grado di stare da sola e non vi era la necessità di integrazione con Unipol a patto che i Ligresti facessero un passo indietro. La mia opinione è che tutto sia stato fatto per evitare un’Opa su Fonsai”, aggiunge.
Una fusione, quella con il gruppo bolognese, a cui Marchionni capisce che si sarebbe arrivati attraverso le riserve, “incrementando le necessità di riservazione e così creando i presupposti per un nuovo aumento di capitale”.
Un’eventualità che Marchionni, quando rassegna le dimissioni, confida a Salvatore Ligresti. “Gli feci presente che non seguendo il mio consiglio di andare con partner industriali esteri le banche lo avrebbero distrutto. Ligresti così mi rispose: ‘lei non sa tutto'”. In una conversazione del febbraio 2011 con l’Ingegnere “lui mi disse che con le banche aveva avuto un abbraccio. Io gli dissi che quello era l’abbraccio del boa constricotr”, conclude l’ex ad di Fonsai.