Renzi vuol far cadere il governo dando la colpa a Berlusconi

renzi31 ott. – Dal primo giorno il Partito democratico aveva messo in chiaro che non avrebbe acconsentito a nessun salvacondotto per Silvio Berlusconi. E cosi’ e’ stato, fino a spingersi a votare per lo scrutinio palese sulla decadenza del Cavaliere da senatore e a premere ora per tempi veloci della pronuncia dell’Aula.

Anche se la strategia non ha convinto tutti: c’e’ chi teme che tirare troppo la corda potrebbe frenare le colombe del Pdl, e mettere a rischio la tenuta del governo. Ma e’ un tema che, per motivi anche diversi, non fa breccia nella maggioranza del partito: difficile giustificare mosse che potrebbero sembrare anche un minimo cedimento a Berlusconi.

Non lo puo’ fare la sinistra del partito e meno che mai lo farebbe Matteo Renzi, pure intenzionato a dimostrare di non avere paura di proporre riforme controverse. Oggi il sindaco di Firenze e’ tornato a parlare di riforma della giustizia, compresa una disciplina sulla responsabilita’ civile dei magistrati. “Se il Pdl decide lo strappo pazienza, un chiarimento ci vorra’”, ha spiegato un deputato renziano, “Matteo aveva fatto un patto con Letta per arrivare al 2015, ma cosi’ non si puo’ andare avanti”. E poi? E poi c’e’ sempre il voto.

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brunetta con dito ”Quello che appare in tutta evidenza e’ che il Partito democratico scarica la sua feroce lotta interna sul governo, la scarica sulle istituzioni, e la scarica su una persona, il presidente Berlusconi, da cui il Partito democratico e’ ossessionato”. Cosi’ Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, al Gr1 (Radio Uno).

”Non passera’ – sottolinea l’ex ministro – una logica di questo genere: noi siamo seri e responsabili nei confronti del Paese. Il governo lo fara’ cadere Renzi nei prossimi giorni”. ”Non si era mai vista – continua il presidente dei deputati del Pdl – una tale violenza contra personam. Persino le motivazioni della senatrice Lanzillotta sembrano assolutamente risibili e sono tra l’altro una macchia per la nostra democrazia parlamentare”, conclude Brunetta