30 ott – Notificati dalla Guardia di Finanza di Taranto 53 avvisi di conclusione delle indagini nell’ambito dell’inchiesta della Procura della città jonica sul presunto disastro ambientale, e sulle altre vicende ad esso connesso, provocato dallo stabilimento siderurgico Ilva.
Tutto è partito dai primi arresti e dai sequestri degli impianti dell’area a caldo effettuati a luglio del 2012, su disposizione del gip del Tribunale jonico Patrizia Todisco, cui sono seguiti altri filoni di indagine collegati, relativi anche alle presunte pressioni che sarebbero state esercitate per tenere nascosti i livelli di inquinamento ambientale e addomesticare ispezioni e controlli.
Tra gli indagati ci sono i componenti della famiglia Riva coinvolta nel corso degli anni nella gestione della fabbrica (il patron Emilio e i figli Nicola e Fabio, tutti già colpiti da ordinanze cautelari nei mesi scorsi), alcuni dirigenti ai livelli apicali dell’azienda e uomini politici.
Tra i 53 destinatari di avvisi di conclusione delle indagini c’è anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Al governatore vengono contestate le presunte pressioni esercitate sul direttore generale dell’Agenzia regionale Protezione ambiente Giorgio Assennato. L’episodio era già noto ma non era certo che sarebbe costato a Vendola l’informazione di garanzia.