30 ott. – Un fondo di cinque milioni di euro per le imprese che abbiano subito danni dalle proteste dei No Tav.
E’ quanto prevede un provvedimento varato dal Consiglio dei ministri. La misura riguarda le imprese “che abbiano subito atti di danneggiamento, non colposi, delle proprie attrezzature volti ad ostacolare o rallentare l’esecuzione delle stesse opere”. L’ammontare dell’indennizzo tiene conto dell’eventuale contratto di assicurazione stipulato dall’impresa interessata.
“Le imprese colpite e danneggiate dagli attacchi No Tav avranno, come promesso, un indennizzo da parte dello Stato”, dice il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. Nel decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei Ministri – aggiunge Lupi – e’ stata inserita una misura – di concerto tra il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il ministero dell’Interno e il ministero dell’Economia – che per il 2013 e il 2014 stanzia 5 milioni per gli indennizzi “a favore delle imprese impegnate nella realizzazione di infrastrutture e di insediamenti strategici di cui alla legge 21 dicembre 2001, n.443, che abbiano subito atti di danneggiamento, non colposi, delle proprie attrezzature volti ad ostacolare o rallentare l’esecuzione delle stesse opere”. Ovviamente, continua la nota, l’ammontare dell’indennizzo tiene conto dell’eventuale contratto di assicurazione stipulato dall’impresa interessata.
“Si conferma cosi’, ma non e’ mai stato in forse – conclude Lupi – l’impegno del Governo a sostenere con atti concreti e tangibili tutte le imprese impegnate nella realizzazione di infrastrutture strategiche, tra queste sicuramente gli imprenditori della Val di Susa in prima linea nell’esecuzione della Tav Torino-Lione divenute bersaglio di episodi violenti, la cui intensificazione, associata a espliciti inviti ad alzare il livello degli attacchi, induce ormai la procura di Torino a parlare apertamente di evoluzione terroristica dell’opposizione a quest’opera. Lo Stato dimostra cosi’, con i fatti, di essere al fianco di chi opera con il suo lavoro per lo sviluppo del Paese”. (AGI) .
tenere alta la tensione non sempre lo fanno i cittadini. La nostra storia a volta insegna…
Basta porsi la Domanda: a chi conviene tenere alta la tensione?