27 ott – La rabbia e l’orgoglio è il primo libro della Trilogia di Oriana Fallaci. Il contenuto è la versione originaria e integrale dell’articolo apparso sul quotidiano Il Corriere della Serva il 29 settembre 2001 in seguito all’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001.
Il volume ha avuto straordinario successo in tutto il mondo vendendo milioni di copie (arrivando alla ventottesima ristampa) e segnando il ritorno di Oriana Fallaci sulla scena internazionale dopo un silenzio lungo dieci anni.
Oriana Fallaci ci apre gli occhi sul processo di decadenza della civiltà occidentale, soprattutto europea. Accusa duramente la classe politica italiana e più in generale occidentale, gli intellettuali e anche la Chiesa cattolica di alimentare o tollerare tale decadenza.
Una citazione illustre estrapolata dal libro è: “Vi sono dei momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre”. Con questa espressione Oriana sottolinea l’impossibilità di mantenere quel silenzio che si era precedentemente auto-imposta come unica soluzione per lenire la sua ardente rabbia di fronte ad un’Italia che l’aveva delusa.
Lo schianto degli aerei contro le torri è paragonato dalla Fallaci cad un coltello che si infilza in un panetto di burro. Il libro si conclude con un’espressione dal tono perentorio: “Stop. Quello che avevo da dire l’ho detto. La rabbia e l’orgoglio me l’hanno ordinato. La coscienza pulita e l’età me l’hanno consentito. Ora basta. Punto e Basta.”
Armando Manocchia ha regalato l’opera al Questore di Siena Giancarlo Benedetti dopo essersi visto notificare il divieto di manifestare davanti alla moschea illegale di Colle Val d’Elsa, “per non disturbare la preghiera dei musulmani”.
Colle Val d’Elsa, manifestazione vietata “disturba la preghiera dei musulmani”
Questore blocca sit-in davanti alla Moschea, Associazione Oriana Fallaci sul piede di guerra
“Lo sai bene perché fui io a chiamarti, apregarti di parlarne sul tuo giornale, ricordi? Chiamai anche il sindaco di Firenze che, glielo concedo, venne gentilmente a casa mia. Mi ascoltò, mi dette ragione. «Ha ragione, ha proprio ragione…». Ma la tenda non la tolse. Se ne dimenticò o non ne ebbe il coraggio. Chiamai anche il Ministro degli Esteri che era un fiorentino, anzi uno di quei fiorentini che parlano con l’accento molto fiorentino, nonché coinvolto in prima persona nella faccenda dei passaporti con cui volevano scorrazzare per l’Europa. E pure lui, glielo concedo, mi ascoltò. Mi dette ragione: «Eh, sì. Ha ra-gione, sì». Ma per toglier la tenda non mosse un dito.”
Non so se il sig.questore avrà il tempo e la voglia di leggere il bellissimo libro di Oriana Fallaci;ma se non lo leggesse sarebbe un vero peccato perchè è una delle sue migliori opere,che chiunque abbia un briciolo di amor patrio,dignità e onestà intellettuale dovrebbe avere nella sua libreria,e dopo averlo letto la prima volta,rileggerlo poi di tanto in tanto,per rinfrescare l’anima e l’intelletto.