UE contro l’Italia: procedura d’infrazione per le pensioni

pensioni22 ott – La Commissione europea, come anticipato ieri dall’Ansa, ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia a causa della differenza tra uomini e donne per il minimo di anni di contributi che devono essere versati per ottenere il pensionamento anticipato. Lo hanno confermato fonti della Commissione precisando che normalmente, quando si tratta della prima fase della procedura – ovvero l’invio di una lettera di messa in mora – la decisione non è oggetto di una comunicazione alla stampa.

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Sotto le lente della Commissione europea sono finite le disposizioni contenute nella legge 214 del 2011 in base alle quali il periodo minimo di contribuzione – valido sia per il settore pubblico che per quello privato – per ottenere la pensione prima di arrivare all’età massima è stato fissato in 41 anni e 3 mesi per le donne e 42 anni e 3 mesi per gli uomini.

La norma, secondo la tesi sostenuta dai servizi del commissario Ue alla giustizia Viviane Reding – titolare del dossier – è in contrasto con l’articolo 157 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea che stabilisce la parità di trattamento tra uomini e donne. E va anche al di là dei margini di manovra lasciati ai Paesi dalla direttiva varata dall’Ue nel 2006.

La decisione di messa in mora dell’Italia rappresenta il primo passo della procedura d’infrazione e viene seguita, a stretto giro, dall’invio al governo di una lettera in cui vengono dettagliate le contestazioni e chieste delucidazioni entro un paio di mesi.