21 ott. – Le autorità russe hanno aperto un’indagine per “terrorismo” a seguito di un’esplosione su un autobus a Volgograd, nel sud della Federazione, che ha provocato sei morti, 27 feriti, e sarebbe stato causato da una donna kamikaze appartenente alla ribellione islamica del Caucaso.
Secondo le informazioni comunicate dalla sede locale dei comitato d’inchiesta la donna “si era recentemente canvertita all’islam e era moglie di un capo ribelle”. Si tratterebbe della dagestana Naida Asiyalova, residente nella capitale Makhachkala e moglie del ricercato Dmitry Sokolov, secondo fonti investigative della repubblica caucasica interpellate da Interfax.
Il comitato antiterrosimo russo, contattato telefonicamente dall’Afp, ha detto che l’esplosione è stata causata da “un ordigno esplosivo non identificato” e che “l’unità di crisi ha fatto in modo che non si verificassero altre esplosioni”.
A Volgograd, un tempo Stalingrado, 900 chilometri a sud di Mosca, gli autobus della linea interessata dall’esplosione non circolano, ha detto un rappresentante della società dei trasporti locale. “Abbiamo ricevuto una direttiva dal ministero delle Emergenze” ha spiegato.
Bea