21 ott – E’stupefacente l’ipocrisia del nostro sistema mediatico. Proprio mentre l’Europa è preda di un rigurgito nazista che riattualizza le pulsioni eugenetiche del fuhrer autentico, la grande stampa esorcizza le nefandezze del presente infierendo sui fantasmi del passato.
In questi giorni, come saprete, è morto il boia Priebke. Carnefice miserabile e sanguinario macchiatosi di crimini efferati e vigliacchi. E’ dura provare perfino un sentimento di umana pietas per la fine di un essere tanto spregevole e infame. Ma, amici miei, mi spiegate con quale faccia i media europei condannano i crimini del nazismo passato continuando a sostenere impunemente le malefatte del tecno-nazismo odierno? Valgono meno i morti spinti al suicidio dalla Troika di quelli finiti con un colpo alla nuca dai macellai alla Priebke?
La tanto decantata purezza del bilancio, quella per capirci che “obbliga” i nostri governanti a decimare la classi povere e disperate, non rappresenta forse la più brillante evoluzione di quell’ossessiva ricerca della purezza della razza, posta a fondamento dell’assassinio su larga scala di neri, zingari e slavi?
Per avere la prova provata circa la pacifica sovrapponibilità tra due fenomeni apparentemente distanti, è sufficiente osservare il ritrovato entusiasmo senile di alcuni fascisti di allora, mai evidentemente del tutto ripresisi dopo la caduta della croce uncinata sul trono d’Europa. Molti balilla invecchiati male come Eugenio Scalfari, ad esempio, difendono oggi le politiche eugenetiche imposte dal politburo di Bruxelles con lo stesso malvagio sadismo con il quale in gioventù sospiravano al passaggio del Duce.
Tutti gli scarti della Storia, quelli cioè che hanno per decenni servito idee illiberali e violente, dai fascisti della prima ora fino ai sovietici pentiti a scoppio ritardato, hanno trovato nella Ue la loro insperata rivincita. L’Unione Europea è un ircocervo mostruoso, strutturata dal punto di vista organizzativo sul modello dei soviet di leniniana memoria, ma infarcita ideologicamente di tentazioni sterminatrici tipiche del nazismo classico. La vertiginosa crescita dei partiti di estrema destra in quasi tutta Europa certifica l’esponenziale aumento di sacche di malcontento e frustrazione.
Ora vi faccio una domanda. Nessuno di voi è sfiorato dal dubbio che i vari Draghi, Olli Rehn e Van Rompuy siano perfettamente consapevoli di ingrassare le fila dei partiti di estrema destra proseguendo sulla strada scientificamente insensata della più assurda austerità? Pensate che siano ciechi? Forse stupidi? Non riuscite a capire che una volta distrutto il benessere collettivo, la sicurezza del lavoro e il welfare (obiettivi pressoché già realizzati), ai neonazisti tecnocratici sopramenzionati non rimarrà altro da fare se non liquidare definitivamente alcuni diritti civili che, allo stato, non sono in grado di mettere chiaramente in discussione?
Draghi può certamente impoverirvi e può pure “rabbonire” una serie di intellettuali endemicamente attratti dal potere. Non può però (ancora) impedire a nessuno di scrivere e di parlare. Quando un domani, grazie ad un sapiente gioco delle parti, alcune forze smaccatamente nemiche della libertà di pensiero prenderanno il sopravvento cavalcando le condizioni dolosamente create dagli apripista in doppiopetto ora al comando, la dissimulata Restaurazione neonazista all’opera da decenni potrà dirsi definitivamente ultimata. Pensateci bene. Il gioco è tanto sottile quanto evidente.
La massoneria reazionaria guidata da Mario Draghi, legittima discendente di Erich Priebke e Hjalmar Schacht, ha elaborato un progetto diluito nel tempo finalizzato al recupero dei più vergognosi miti classisti. Non si sono inventati nulla. Il nazismo, pensano questi lucidi alchimisti, nacque nel secolo scorso sulla scia dell’aggravarsi della famosa Grande Depressione. Anche oggi quindi, questa la speranza nascosta degli euroburocrati, l’abbattimento dei pilastri che sorreggono le democrazie liberali passa per un generale e voluto peggioramento delle condizioni socio-economiche delle masse.
L’oligarchia tecnocratica sta giocando il primo tempo di una partita estremamente pericolosa. Esaurita la prima parte del progetto, i vari Draghi, Monti e Saccomanni (riedizione italiana del Gran Consiglio originale) lasceranno felicemente il campo per permettere l’ingresso trionfale del tanto atteso Benito del nuovo millennio. Nulla accade per caso. Di sicuro, al riparo da occhi indiscreti, qualche sapiente burattinaio sta già allevando dei cuccioli di tigre nell’attesa di gettarli nell’arena. Temo che i curiosi e gli increduli non dovranno pazientare ancora molto.
Francesco Maria Toscano – il moralista