Stipendio aumentato del 18% a Epifani, “non so nulla, è stata la segretaria della Cgil”

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17 ott – EPIFANI- aumento di stipendio A SUA INSAPUTA: “Non mi sono aumentato lo stipendio, è stata la segreteria della Cgil”

Così l’ex segretario della Cgil alle Iene rispondendo a una domanda sull’aumento dello stipendio del 18% all’epoca in cui era alla guida del principale sindacato italiano: “La segreteria è la segreteria e il segretario è il segretario. L’aumento l’ha deciso la segreteria, non il segretario”, aggiunge.

“Prima di lasciare il timone della Cgil – si legge su Libero, in prima pagina –  Guglielmo Epifani si è alzato lo stipendio e ora percepisce 3.400 euro netti al mese. Che si aggiungono alla ricca paga da parlamentare.”

Ecco, nel dettaglio, la vicenda raccontata da Belpietro. Tutto parte da Gianni Rinaldini, “combattente” segretario della Fiom, che, scrive Libero,  decide di scrivere una lettera piccata a Vincenzo Scudiere (Organizzazione) per scoprire come mai Epifani riesca ad incassare una pensione tanto più alta di altri sindacalisti di lungo corso.

Belpietro riprende a questo punto un articolo del Fatto Quotidiano: “ Nel 2004 Epifani aveva un parametro 279,73», scrive Il Fatto, «una paga base, lorda, di 2.926 euro e un’indennità di 1.473 euro. Totale, 4.399 euro lordi al mese. L’anno successivo, però, ottiene uno scatto da favola, il 18%: il parametro passa a 330 e la paga complessiva a 5.183,69. Lo scatto, circa 800 euro mensili in un solo anno, permette di ottenere sostanziosi aumenti negli ultimi anni lavorativi decisivi per chi, ai fini pensionistici, può ancora avvalersi del sistema retributivo.”

Prosegue l’articolo:

“Nel gennaio 2011 Epifani fa domanda per accedere alla pensione. Susanna Camusso, che ne eredita lo scranno, lo sistema all’associazione Bruno Trentin con tanto di segretarie, autisti (2) e un ’indennità di circa 4mila euro lordi al mese. Oltre ad un budget che viene calcolato in circa 500mila euro. Abbiamo provato ieri a chiedere chiarimenti all’Ufficio stampa del Pd. Però, con la Direzione del partito in allestimento, non è stato possibile aiutarci. Epifani, al Fatto, ha ribattuto che la sua pensione è frutto di «42 anni di contributi». Peccato che negli anni Settanta i contributi dei dipendenti di partiti e sindacati venivano accreditati solo figurativamente con una semplice dichiarazione. Versando poche lire. In compenso dentro il sindacato è scattata una caccia alla talpa.”