15 ott – Antonio Padellaro e Marco Travaglio, direttore e vicedirettore del Fatto Quotidiano, sono stati rinviati a giudizio dal gup del tribunale di Roma per diffamazione a mezzo stampa ai danni di Augusto Minzolini: a renderlo noto e’ il legale del senatore del Pdl ed ex direttore del Tg1, Fabrizio Siggi. Nel mirino della querela, spiega Siggi’a, “l’articolo a firma di Travaglio ‘Mutatis mutandis’ pubblicato sul Fatto quotidiano in prima pagina venerdi’ 3 giugno 2011, in cui Minzolini veniva indicato come ‘Minzolingua’ e si sosteneva, tra l’altro, che nel caso di Minzolini il reato di opinione fosse una fattispecie da considerarsi impossibile, dal momento che, se pure Minzolini avesse avuto un’opinione, non sarebbe stata la sua. Queste, in sintesi, le affermazioni che abbiamo contestato come diffamatorie, mentre la difesa di Padellaro e Travaglio si e’ appellata al diritto di satira. Ora – conclude – ne risponderanno in giudizio”.
L’articolo fatale – Ecco il paragrafo dell’articolo del Fatto per cui Travglio è stato querelato e rinviato a giudizio: “Più sotto si celebra un altro eroe dei nostri tempi: Minzolingua, a cui “la spectre della par condicio” (l’Agcom) avrebbe financo “vietato di intervistare il premier”: ecco, il Direttorissimo marcia ogni giorno su Palazzo Grazioli per strapazzare B. con le sue domande scomode, ma ogni volta trova sull’uscio l’Agcom a sbarrargli la strada. Ora la Spectre, non contenta di averlo privato della carta di credito aziendale costringendolo addirittura a pagarsi le ferie di tasca sua, lo perseguita perché “culturalmente di minoranza nel servizio pubblico” (nel senso che anche l’ultimo usciere Rai è più colto di lui) e vorrebbe mettergli gli “schiavettoni” per un “reato di opinione”. Se dovesse accadere, ci batteremmo come un sol uomo per impedirlo. Ma i mutandieri si rassicurino. Nel caso di specie, quello di opinione si configura come reato impossibile: se mai Minzolingua ha avuto un’opinione, non era la sua”. liberoquotidiano