13 ott – L’obiettivo è prevenire le tragedie del mare, assicurando una sorveglianza più puntuale e a largo raggio del Canale di Sicilia per individuare le imbarcazioni cariche di profughi prima che si verifichino eventi drammatici come i naufragi di questi giorni al largo di Lampedusa: nei prossimi giorni, come ha annunciato il premier Enrico Letta, sarà varata una missione umanitaria che comporterà una ridefinizione del dispositivo aereo e navale impiegato per la vigilanza. Più aerei e più navi per evitare le stragi che hanno caratterizzato queste ultime settimane.
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Agli stati maggiori si lavora in queste ore per approntare entro lunedì un ‘pacchetto’ aeronavale che assicuri un’attività di controllo costante nell’ambito di un impegno di lunga durata. Saranno impiegati più aerei, si farà ricorso alle navi d’altura per una vigilanza anche a grandi distanze dalle coste italiane. In corso anche il calcolo dei costi conseguenti, in un periodo di ristrettezze di bilancio per le forze armate, mentre si prendono in esame le possibili alternative.
La sorveglianza aerea, riferiscono all’Adnkronos fonti militari, potrebbe essere assicurata anche con l’utilizzo dei velivoli Uav (Unmanned aerial vehicle) Predator, gli aerei senza pilota a ‘pilotaggio remoto’ utilizzati con successo in questi anni in numerose missioni all’estero, a cominciare dall’Afghanistan. Possibile anche un impiego intensivo degli aerei Atlantic di stanza a Sigonella. Si tratta di velivoli particolarmente adatti alla ricognizione marittima, che potrebbero garantire una vigilanza più estesa sul Canale di Sicilia.
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Sul versante marittimo, di rilievo lo sforzo assicurato dalla Marina militare, che già nei giorni scorsi aveva incrementato il proprio dispositivo in attività nel Canale di Sicilia con l’utilizzo della fregata Espero, dei pattugliatori Libra e Cassiopea e della corvetta Chimera, mezzi rivelatisi in diverse occasioni fondamentali per portare soccorso ai migranti alla deriva e limitare così il tragico bilancio dei morti in mare.
Probabile che il nuovo impegno allo studio degli Stati Maggiori comporti alla fine anche un maggior ricorso alle navi che attualmente fanno parte del comando forze pattugliamento (Comforpat) di Augusta. Si tratta di una quindicina di unità tra pattugliatori e corvette che potrebbero contribuire alle attività di vigilanza sul mare.
Non è escluso, poi, che si decida di incrementare anche il dispositivo di vigilanza assicurato in acque territoriali dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, costantemente utilizzate per l’emergenza immigrati e protagoniste di numerose operazioni di soccorso.
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Ma si andiamoli a prendere noi e svuotiamo l’Africa che quì c’è posto e soldi per tutti!!! Trattiamoli bene, diamo loro le case, buoni pasto, sanità, biglietti per i mezzi pubblici e assegni sociali sennò ci dicono che siamo razzisti….e gli italiani deportiamoli in Africa a fare guerre e battaglie che altri non hanno saputo combattere!!!
Questo annuncio così pomposo incintiverà migliaia di poveri disgraziati a venire da noi. Portateli tutti a casa di Letta e company…
Qualcuno ha dimenticato i sommergibili.
Ci costerebbe di meno mandare i traghetti della tirrenia, oppure invece di fare il ponte sullo stretto di Messina, fara direttamente un ponte a 4 corsie collegato all’Africa