Siria: jihadisti hanno massacrato gli alawiti, compresi donne e disabili

siria11 ott – I militanti jihadisti che combattono al fianco dei ribelli in Siria hanno ucciso almeno 190 civili e ne hanno sequestrati altri 200 durante un’offensiva contro villaggi pro-governativi nella provincia di Latakia all’inizio di agosto scorso, commettendo un crimine di guerra. Questa l’accusa lanciata da Human Rights Watch in un rapporto di 105 pagine compilato dopo una visita dei ricercatori del gruppo nella regione a settembre. Gli abitanti dei villaggi erano alawiti, cioè facevano parte della setta della corrente sciita alla quale appartiene anche il presidente siriano Bashar Assad. I membri della minoranza sono considerati degli eretici dagli estrmisti sunniti.

Almeno 67 delle 190 vittime sono state uccise a distanza ravvicinata, mentre cercavano di scappare, e ci sono indizi che anche gli altri civili siano stati uccisi intenzionalmente o indiscriminatamente, ma il gruppo ha sottolineato che ci vorrebbero ulteriori indagini per confermarlo. I ribelli, fa sapere l’ong, hanno chiesto di scambiare i 200 ostaggi con prigionieri detenuti dal regime. Secondo alcuni testimoni, i ribelli sono andati di casa in casa, in alcuni casi uccidendo intere famiglie e in altri assassinando gli uomini e prendendo le donne e i bambini in ostaggio.

Uno dei sopravvissuti, Hassan Shebli, ha raccontato di essere fuggito mentre i militanti si avvicinavano al villaggio di Barouda all’alba, ma ha dovuto lasciare indietro la moglie, che non poteva camminare senza le stampelle, e il figlio 23enne, completamente paralizzato. Shebli era ritornato nel villaggio qualche giorno dopo, quando le forze governative ne avevano ripreso il controllo, e aveva trovato la moglie e il figlio sepolti vicino casa. Nella camera da letto, ha riferito l’uomo, c’erano segni di proiettili e macchie di sangue. Lama Fakih di Hrw ha detto che gli abusi commessi dai ribelli nella provincia di Latakia “sono da considerare sicuramente ai crimini di guerra” e forse perfino ai crimini contro l’umanità.

La ong ha riferito che all’offensiva hanno partecipato più di 20 gruppi ribelli. La campagna, che sembra essere stata finanziata in parte con donazioni private raccolte nei Paesi del Golfo, è stata guidata da cinque gruppi: Jabhat al-Nusra, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante, Ahrar al-Sham, Jaish al-Muhajireen wal-Ansar e Suqqor al-Izz. Human Rights Watch ha fatto appello agli Stati del Golfo affinché adottino restrizioni per impedire simili trasferimenti di denaro e ha chiesto alla Turchia di limitare il flusso di armi e combattenti.

L’opposizione siriana appoggiata dall’Occidente, si legge nel rapporto, deve tagliare i rapporti con i gruppi che hanno guidato l’offensiva nella zona di Latakia. La maggior parte dei presunti attacchi contro civili ha avuto luogo il 4 agosto; all’inizio i ribelli avevano preso il controllo di tre posti di blocco dell’esercito e poi erano entrati nei villaggi. Le forze governative avevano ripreso il controllo della zona dopo due settimane.
11 ottobre 2013