I Greci disposti a ricongiungersi alla Turchia per non morire di fame?

turc11 ott – Il sogno dei greci? Mollare l’Europa e tornare con i turchi, come ai tempi dell’Impero Ottomano. Questa, almeno, l’opinione di Yigit Bulut, già analista finanziario e conduttore televisivo, dal luglio scorso adviser del premier Recep Tayyip Erdogan, a cui è fedelissimo.

“Se oggi in Grecia fosse fatto un referendum – da detto Bulut durante un’intervista all’emittente Haberturk – Almeno il 51% voterebbe per l’uscita dall’Europa e il ricongiungimento con la Turchia”.

Un punto di vista singolare, se si considera che nel 1830 l’indipendenza dall’Impero Ottomano costò alla Grecia una lunga e sanguinosa guerra di indipendenza e che la Mezzaluna è stata guardata per decenni con sospetto, quando non con un odio viscerale che per alcuni aspetti si trascina anche oggi. Eppure, l’adviser non ha dubbi. Con la sua crescita economica, la sua stabilità, l’influenza che ha in tutta la regione, ormai l’unico Paese della Mezzaluna a vocazione europea ha maturato un’identità superiore, che va al di là di quella turca.

Bulut sta diventando uno dei bersagli preferiti della stampa nazionale grazie alle sue dichiarazioni, che spesso colpiscono perché quanto meno fantasiose. Pochi giorni fa aveva fatto scoppiare un piccolo putiferio nel governo per aver definito il premier Erdogan “l’unico vero socialista in Turchia”. Se si conta che Erdogan stesso si è sempre collocato nelle correnti dell’Islam moderato, si capisce che l’identificazione del suo adviser è giunta poco gradita.

Altro giro, altro regalo: durante le proteste di Gezi Parki negli scorsi mesi, che hanno visto andare in piazza milioni di persone, Bulut aveva detto che alcuni poteri esterni stavano attentando alla vita del primo ministro, il problema è che, secondo lui, stavano cercando di farlo con la “telecinesi”. Affermazioni che superano la soglia della fantasia e che hanno procurato non pochi imbarazzi alla Presidenza del Consligio.

Marta Ottaviani per LaStampa.it