11 ott – Cicatrici spesse di colore rosso opaco e nero ricoprono la schiena delle donne appartenenti alla tribù Hamar dell’Etiopia: è la conseguenza di un rito di iniziazione in cui vengono picchiate a sangue. Alle donne non è consentito urlare mentre gli uomini armati di canne le percuotono. E invece di scappare, pregano gli uomini di colpirle ancora e ancora fino a quando il sangue non inizia a scorrere abbondante, sulla polvere rossa della valle del fiume Omo.
Ora le donne Hamar e la loro cultura – in cui aspetti incredibili e brutali si fondono – sono le protagoniste di una serie di scatti del fotografo francese, Eric Lafforgue.
Lafforgue è andato in Etiopia dopo aver visto le immagini delle Hamar in un libro d’epoca e spera che il suo reportage possa essere d’aiuto per conservare informazioni su una cultura minacciata dalla modernità. Le sue fotografie rivelano la bellezza delle donne Hamar decorate da colori ocra e arancio, nonostante le vistose incisioni sulle pelle dovute alle spine. Donne resistenti e determinate nonostante una vita difficile e precaria.
Per la tribù, i bovini sono tutto, e per gli uomini in particolare, rappresentano un elemento chiave nel fondamentale rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Esiste infatti una particolare cerimonia nella quale i giovani sono tenuti a camminare su 15 mucche, imbrattate di sterco per renderle scivolose.
Se il ragazzo fallisce, non può sposarsi e viene poi picchiato dalle donne che assistono alla prova. Alla stessa cerimonia, i parenti di sesso femminile del “concorrente” vengono picchiate per creare un debito di sangue tra l’uomo e le sue sorelle, che mostrano poi le loro cicatrici con orgoglio.
“Mentre i ragazzi camminano sulle mucche, le donne Hamar li accompagnano: saltano e cantano” ha rivelato Lafforgue, che ha assistito a una cerimonia. “Più evidenti e vistose sono le cicatrici dell’iniziato, più profondo è l’affetto delle ragazze per il ragazzo che sta per diventare un uomo”.
“Totalmente dedicate ai loro figli, che accompagnano durante il rito di iniziazione, le madri sono frustate a sangue, al fine di dimostrare il loro coraggio“. Ma per le donne Hamar, i pestaggi non sono solo parte di un rituale di iniziazione: sono la vita quotidiana fino a quando non partoriscono almeno due figli.
In base alle regole della società Hamar, un uomo non ha bisogno di spiegare perché pesta una donna. È una sua prerogativa e può farlo come e quando crede. Gli uomini possono avere più di una moglie. E le mogli più giovani vengono impiegate nei campi e nel trasporto dell’acqua.
“Non hanno altra scelta – dice Lafforgue – Come spesso avviene in Africa, le donne Hamar si occupano di procacciare acqua, legno, cucinano e si prendono cura dei bambini, mentre gli uomini si occupano delle mucche, il grande tesoro della tribù. Le donne Hamar che non sono una “prima moglie” hanno una vita davvero difficile, perché sono le più schiavizzate tra le mogli”.
“Ho sempre scattato fotografie per due motivi – ha spiegato Lafforgue – In primo luogo, forniscono la testimonianza di come molte tribù stiano iniziando a scomparire, ma anche per mostrare al mondo come vivono le altre persone, anche se qualche volta hanno abitudini sconvolgenti”. Il fotografo ha anche raccontato la storia di un ragazzo Hamar che ha camminato per diversi giorni pur di raggiungere un centro abitato e vedere la sua squadra di calcio preferita in televisione.