6 ott. – Ennesima giornata di sangue in Iraq, teatro di nuovi attentati di matrice settaria. Un kamikaze a bordo di un camion imbottito di esplosivo si e’ fatto saltare in aria contro una scuola elementare a Tel Afar, 70 km a nord-ovest da Mosul nel nord del Paese, uccidendo 14 bambini ed il direttore dell’istituto. La citta’ e’ abitata prevalentemente da sciiti della minoranza turcomanna.
Un altro attentatore suicida ha colpito pellegrini sciiti a Baghdad causando la morte di 14 fedeli e il ferimento di oltre 30 diretti. Erano diretti al mausoleo di Mohammed al-Jawad, il nono imam per gli sciiti duodecimani, esattamente come gli altri 23 pellegrini uccisi sabato cone le stesse modalita’.
Nessuno degli attentati e’ stato rivendicato ma in entrambi casi il modus operandi ricorda quello dei jihadisti sunniti legati ad al Qaeda. Questi ultimi considerano gli scitti ‘takfir’, apostati. La convivenza tra le due comunita’ (con i curdi a nord piu’ al sicuro ora) e’ sempre stata difficile: gli sciiti, da sempre maggioranza, erano perseguitati sotto Saddam Hussein, ma sono ora la governo, guidato da Notrui al Maliki. I sunniti, minoranza erano al potere sotto il raiss ma ora sono lontani dalla stanza dei bottoni.
Dall’inizio dell’anno, uno dei peggiori dal terribile triennio 2006-2008 che insanguino’ l’Iraq, si contano almneo 6.000 morti. La sicurezza nel Paese e’ di fatto peggiorata da quando a fine 2011 le truppe Usa lasciarono l’Iraq passando alle deboli e frammentate forze irachene la difesa del Paese. Gli scontri settari, cui era stato posto un freno parziale dal ‘surge’ (lo schieramento di 30.000 soldati in piu’ nel 2007) voluto da George W. Bush e gestito dal generale David Petraeus e l”arruolamento’ delle milizie sunnite Sawah, sono ripresi con immutata intensita’. Proprio i Sawah, delusi dall’essere stati abbandonati dagli Usa, si ritiene siano dietro a molte delle azioni anti-sciiti. (AGI) .