3 ott. – Un hard disk contenente 120 grammi di polvere esplosiva e’ stata recapitata al giornalista de La Stampa Massimo Numa. L’hard disk conteneva un microchip che doveva funzionare da detonatore non appena fosse stata collegata al computer tramite un cavo usb. L’ordigno, secondo quanto scrive la redazione de La Stampa, e’ arrivato in una busta spedita per posta ordinaria e recapitata ieri, senza mittente.
Nel pacco c’era anche una lettera, un foglio A4 scritto al computer, che spiegava che la periferica conteneva video con immagini girate a settembre nei campeggi No Tav di Venaus e Chiomonte, nei pressi del cantiere della linea Tav in Valsusa.
I fattorini e il giornalista stesso si sono pero’ subito insospettiti e hanno avvisato la polizia.
Le analisi della scientifica hanno appurato che si trattava di una vera e propria bomba pronta a esplodere in meno di cinque secondi dopo essere stata collegata al computer. Sul fatto indagano i pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo, titolari delle inchieste sul movimento No Tav. Massimo Numa era gia’ stato minacciato piu’ volte in passato e a La Stampa era gia’ stata recapitata nei mesi scorsi una busta esplosiva che venne aperta da un fattorino. (AGI) .