4 ott – È la banca vaticana, ma non sembra poi così diversa dalle altre. Almeno a guardare dalla composizione degli utili 2012, pari a 86 milioni di euro rispetto ai 20 del 2011. In gran parte ascrivibili all’attività di trading sui titoli di Stato, che ha portato in dote 51 milioni di euro rispetto a una perdita di 38 iscritta a bilancio 2011. In gran parte sono bond del Tesoro: dei 2,4 miliardi di titoli di debito in portafoglio, i titoli di Stato italiani sono pari a 1,17 miliardi.
L’Istituto per le opere di religione ha pubblicato oggi per la prima volta nella storia il dettaglio del bilancio relativo all’anno scorso, certificato dalla società di consulenza Deloitte. Un centinaio di pagine che spiegano nel dettaglio le caratteristiche della “misteriosa” attività operativa che si svolge dietro le spesse mura del Torrione Niccolò V. A livello di clienti e dimensioni, non si può certo dire che la banca presieduta da Ernst Von Freyeberg sia un colosso: 18.900 clienti, la metà enti ecclesiastici, e una decina di milioni in gestione. Eppure non è la quantità, ma la qualità dei clienti – il conto “Omissis” di Giulio Andreotti – che ha sempre destato sospetto. La pubblicazione del bilancio, in questo senso, rappresenta un notevole sforzo di riforma nel segno della trasparenza, fortemente voluto da Papa Francesco.