Tragedia Lampedusa, UE contro l’Italia: Politica sbagliata, dissuasione inadeguata

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3 ott – Il tragico naufragio a Lampedusa arriva a solo un giorno dalla grave condanna del Consiglio d’Europa sulle politiche immigratorie dell’Italia. Ieri Strasburgo, ancora una volta, aveva giudicato “sbagliate o controproducenti” le misure prese in questi ultimi anni dall’Italia per gestire i flussi migratori. In un rapporto approvato all’unanimità dalla commissione migrazioni dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa si sottolinea che quanto fatto sinora non ha messo “l’Italia in grado di gestire un flusso che è e resterà continuo”.

Il rapporto critica in particolare i ritorni forzati di immigrati in paesi, come la Libia, dove rischiano la tortura, se non la vita, la gestione dei Cpt, la decisione di dichiarare continuamente lo stato d’emergenza per “adottare misure straordinarie al di la dei limiti fissati dalle leggi nazionali e internazionali”. Nel testo si afferma poi che “a causa di sistemi di intercettazione e di dissuasione inadeguati”, l’Italia si è di fatto trasformata in una calamita per l’immigrazione, in particolare per gli immigrati che cercano una vita migliore all’interno dell’area Schengen.

E come se non bastasse nel documento si afferma che alcune delle scelte fatte dalle autorità italiane “rischiano di minare la fiducia nell’ordine legale europeo e nella Convenzione di Dublino”. Infine, nel testo viene evidenziato che la strada sinora seguita dall’Italia “non ha aiutato a convincere gli altri paesi membri della Ue a condividere la responsabilità” per i flussi in arrivo sulle coste italiane.

Nel testo, che l’assemblea dovrà discutere e votare in plenaria nei prossimi mesi, si chiede all’Italia di adottare una politica corrente che permetta al Paese di gestire in modo efficiente immigrati, richiedenti asilo e rifugiati. Secondo l’autore del rapporto, il britannico Christopher Chope, “l’Italia ha le risorse per farlo e solo facendolo potrà assicurarsi il sostegno e la solidarietà dei paesi europei”.

tiscali

6 thoughts on “Tragedia Lampedusa, UE contro l’Italia: Politica sbagliata, dissuasione inadeguata

  1. L’Europa quella della finanza , dei burocrati , dei mediocri, degli occupanti potere , non è capace di niente , nemmeno di fare un ragionamento logico e umanitario .
    Questa Europa non piace , non piace al Popolo Europeo

  2. Certo! Il consiglio europeo è tanto buona a parlare, ricordando che l’anno scorso quando abbiamo rispedito i clandestini al loro paese siamo passati per i razzisti di tutrno e siamo stati redarguiti e multati, tanto che il Presidente Napolitano aveva preso in considerazione di distaccarci dall’unione europea, ma quando gli algerini clandestini hanno bussato alla porta della Francia nessuno li ha voluti e anzi sono stati lasciati al confine tra Italia e Francia. Sono tutti buoni a parlare e l’unione europea sembra solo una farsa!!

  3. Ancora una tragedia: noi avevamo fatto proposte importanti e decisive per regolare i flussi dai paesi di origine ma siamo rimasti inascoltati. Massimo Varani da Abidjan tel. 00225 07920833
    DOCUMENTO FINALE DEI LAVORI del COLLOQUIO INTERNAZIONALE DI LAMPEDUSA

    Il colloquio internazionale di Lampedusa tenutosi il 9 e 10 d’ottobre, cui hanno partecipato eminenti esponenti in rappresentanza dell’Africa sub-sahariana, l’europarlamentare Mario Borghezio, con il patrocinio di varie istituzioni UE, ministeri Italiani, Regione Lombardia e Sicilia,Province e quale ONG (organizzazione non governativa senza fini di lucro) impegnata nella costituzione di una sede operativa ad Abidjan (Cote d’Ivoire) per i paesi della CEDEAO–comunità economica dell’Africa Occidentale che comprende 16 Stati – si e’ concluso con l’approvazione del seguente documento:

    1. Sostegno e partecipazione alla costituzione di una struttura in Abidjan come centro propulsore per tutta l’area CEDEAO (area dalla quale proviene una percentuale notevole degli immigrati clandestini) che avrà la finalità di approfondire, studiare, e predisporre progetti di sviluppo coerenti con le linee d’intervento, la vocazione territoriale, lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse presenti nelle zone in questione.
    Il dipartimento UCEE CEDEAO opera già da un anno con risorse proprie per la realizzazione e l’insediamento di tale struttura.
    Questo centro dovrà promuovere una serie di iniziative quali:
    l’attività di cooperazione con Enti , Università, istituzioni locali, associazioni di imprenditori, esperti, finalizzata ad informare delle occasioni di partenariato, di joint-venture e, soprattutto delle iniziative di formazione professionale e formazione-lavoro possibili in collaborazione con enti ed imprese di area UE. Particolare attenzione sarà affidata ai progetti che prevederanno il trasferimento di KNOW-HOW “tecnologia”, lo sviluppo della conoscenza della gestione d’impresa, dell’allargamento del tessuto piccole-medie imprese (PMI), della valorizzazione imprese di trasformazione agricola (in particolare nel settore delle erbe medicali- officinali).

    2. NETWORK- La costituzione di tale struttura alla quale affidare la co-gestione dei flussi migratori regolari. Per tale motivo è urgente predisporre una struttura “
    leggera” e di natura privatistica che possa realisticamente affiancare le strutture istituzionali (ambasciate e Delegazioni UE), d’intesa con le associazioni e le istituzioni locali, per far circolare l’informazione e, nel contempo, gestire o preparare la pratica amministrativa per il rilascio del permesso d’entrata in UE.

    3. Il colloquio e stato finalizzato prioritariamente alle strategie di contrasto all’immigrazione clandestina veicolata da organizzazione criminali che i paesi Cedeao

    intendono combattere attivamente. E’ inoltre emersa la situazione degli immigrati clandestini che si trovano in condizioni ascrivibili alla concessione di permessi temporanei per asilo politico.A tal proposito e’ stato evidenziato come si renda necessaria un’attenta valutazione delle singoli posizioni al fine di evitare il rischio concreto di abusi ed irregolarita’. Si richiede che l’attribuzione della condizione di rifugiato politico sia gestita direttamente in territorio africano e, pertanto, riteniamo urgente affidare la trattazione di tale attività direttamente in concessione ad ONG riconosciute dalle istituzioni europee ed anche africane che, in collegamento con le strutture di delegazione UE, Interpol , Europol e le autorità giudiziarie e di polizia dei paesi CEDEAO, siano in grado di filtrare alla nascita tali concessioni.

    4. Rilevata l’insufficienza delle informazioni sui programmi e sui finanziamenti dell’UE, si richiede di incentivare la conoscenza degli strumenti finanziari UE e/o istituzioni nazionali che, spesso, sono totalmente disconosciuti dalla stragrande maggioranza dei paesi africani interessati. In tale contesto si auspica la creazione di “un’ANTENNA PERMANENTE DELL’UNIONE EUROPEA CON SEDE IN AFRICA” gestita da ONG in termini privatistici per svolgere sia compiti di pubblicizzazione, sia di assistenza ai richiedenti ed intervenire durante tutto l’iter della procedura di finanziamento da parte della UE. Cio’anche attraverso le federazioni PMI, le strutture di promozione degli investimenti (ad esempio CE.PI.CI. – centro di promozione degli investimenti) le associazioni di imprenditori, le cooperative e aziende africane.
    5. E’emersa inoltre la necessità di realizzare intese dirette fra i paesi del CEDEAO e le Regioni italiane a particolare vocazione industriale,artigianale, commerciale e agricola, al fine di promuovere e realizzare iniziative di collaborazione economica e di progetti di formazione lavoro, con diretto coinvolgimento del sistema delle piccole e medie imprese.
    6. La costituzione di un CENTRO DI DOCUMENTAZIONE ,riconosciuto dalla UE, dalla Regione Sicilia, e dalla Provincia Agrigento per raccogliere atti, documenti, ed ogni altro strumento necessario per la conoscenza, lo studio e l’approfondimento delle tematiche inerenti la collaborazione economica, le relazioni culturali ed ogni altra attività di natura sociale e pubblica euro africana.

    Lampedusa 11 ottobre 2004

  4. la comunita’ europea inizi a prendere le proprie responsabilita’,e a creare corridoi umanitari,e non a lavarsi le mani come ponzio pilato, qusti profughi quando arrivano sulle nostre coste, non sono solo nostri ,mah di tutta l’europa, tra l’altro i profughi politici bisogna retribuirli con 40 euro al giorno e pagargli l’albergo, queste sono norme sancite dalla ue.

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