1 ott – MILANO – “Venerdi sono rimasto deluso da un fatto che mi riguarda in prima persona… Con molta pazienza e sacrificio mi sono fatto una bicicletta dato che amo molto le due ruote. Anche se c’è traffico la uso per andare al lavoro. Da a Milano Zona Viale Certosa. La lego ad un albero e la sorveglio tramite la telecamera della mia azienda che punta all’esterno”.
“Verso le 18 vedo uno che si china e poi sale in sella, scappo giù urlando che mi stanno rubando la bici! lo rincorro a piedi ma si allontana! Una mia amica mi vede che corro, prende lo scooter e me lo lascia per seguirlo, so già dove sta andando! Mi dirigo verso il campo nomadi qua dietro in via Brunetti! Eccoli entrano! Parcheggio lo scooter ed entro! Ridatemi la bici! In un attimo urlano e mi vengono incontro in 20/30 zingari, scappo fuori accendo lo scooter e scappo!”.
“Ho chiamato la polizia che ha mandato una pattuglia! Venitemi ad aiutare a riprendere la bici, ma loro se non hanno un autorizzazione e non sono almeno in 20/30 agenti non entrano… A parte prendere le generalità hanno saputo solo dirmi: hai avuto un bel coraggio ad entrare li dentro da solo! Saranno più di 200, potevano darti una cacciavitata nella schiena!”
“Bel posto viviamo… chi ci tutela? Chi aiuta noi? Avevo già fatto il 90% del loro lavoro, dovevano solo andare dentro a prenderla… e arrestare i due ladri… niente… Addio bici nuova, per un mese siamo stati inseparabili”.
Andrea
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