Monte Paschi: in 5 anni anni regalati 500 mln di euro ad amici e associazioni

amato

26 sett – Cinquecento milioni di euro, decina più decina meno, distribuiti in cinque anni da Monte dei Paschi a organizzazioni e associazioni, sovente di amici, sotto forma di sponsorizzazioni e affidati alla comunicazione. I documenti di cui è in possesso Il Fatto Quotidiano si riferiscono agli anni dell’ era di Giuseppe Mussari alla guida della banca, con esattezza dal 2006 al primo semestre 2012 quando il flusso di sponsorizzazioni venne interrotto dai nuovi vertici, in particolare l’ amministratore delegato Fabrizio Viola, chiamato a risanare le casse del Monte dei Paschi.

Mussari creò una sorta di “ufficio regali” che affidò all’ area comunicazione. In un documento della casa madre redatto il 30 luglio 2007 è spiegato come “fino al 2005 la responsabilità delle voci di spesa relative alle sponsorizzazioni era del servizio segreteria generale; dal 2006 la responsabilità delle voci di spesa è passata all’ area comunicazione”. E il costo della voce ha cominciato a incrementare quasi raddoppiando nell’ arco di 48 mesi. Nel 2006 il totale stanziato dalla capogruppo ammontava a 35.274.113, nel 2007 il “budget aggiornato” era salito a 61.928.861.

Queste le voci che riguardano esclusivamente la capogruppo, cioè la banca, a queste vanno aggiunte le uscite sostenute dalle controllate sempre per le sponsorizzazioni. Il Circolo del tennis di Orbetello, presieduto da Giuliano Amato, riceveva fondi non solo dalla banca, ma anche da Sgr Am, una delle società di gestione del risparmio della galassia di Rocca Salimbeni; da Mps Vita, il ramo assicurativo e da BT. Nell’ anno 2007, per dire, il circolo del tennis caro ad Amato ha ricevuto complessivamente 150 mila euro di cui il 45% circa del totale dalle casse della banca. Il resto è stato spalmato sugli altri tre bilanci. Il tutto però era deciso e gestito, a quanto ricostruito, dall’ area comunicazione su input dello stesso Mussari. Nel periodo compreso tra il 2007 e la primavera del 2012 le sponsorizzazioni erano gestite da più persone, ciascuna delle quali seguiva un pacchetto di “clienti”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano