Di Angelo Maria Perrino
25 sett – Telecom, Finmeccanica e Alitalia, tre asset strategici per un Paese moderno, vanno all’estero. Errori imprenditoriali, manageriali, politici, hanno portato tre aziende di bandiera, importanti e prestigiose, al capolinea, cariche di debiti e prive di strategie di mercato. E’ il funerale di una classe dirigente, politica e imprenditoriale, di destra e di sinistra. E’ la metafora dell’Italia di oggi, un Paese “senza” spolpato e spremuto come un limone. E’ il funerale dei salotti buoni, delle privatizzazioni furbe e opportunistiche, dei politici aumma aumma, irresponsabili e maneggioni.
E’ il funerale della seconda repubblica, che doveva rappresentare la svolta ma ha fatto peggio della prima, quando Telecom, Finmeccanica e Alitalia erano gioielli invidiati in tutto il mondo.
I nostri “capitani” hanno portato il Paese a infrangersi sugli scogli e a reclinarsi come la Costa Concordia. Ma non scendono dalla nave, anzi continuano a lucrare sulle stoviglie d’argento e sui rottami.
Esiste un’Italia giovane e combattiva che nonostante tutto tiene, alla faccia del sistema. Ma è compressa verso il basso e chiusa nelle sue aspirazioni ed ambizioni dall’occupazione sistematica dei vertici degli uffici pubblici, delle banche, delle aziende, degli ospedali, dell’ultima Usl da parte di una piovra innervata nei gangli del potere e dura a morire. Bisogna voltar pagina e fargli spazio, ai vertici dello Stato, delle istituzioni, delle banche, delle imprese. Ma bisogna che queste forze nuove si organizzino e reagiscano, facendo rete e facendo sistema.
Perché le svolte storiche le fanno gli uomini, col coraggio delle proprie azioni, la coerenza e la responsabilità sociale.
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