Accordo Telecom-Telefonica, grave declino del nostro sistema industriale

telec24 set. – L’accordo Telecom-Telefonica scatena le reazioni politiche. Il passaggio di consegne con il quale Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca lasciano a Telefonica il 100% di Telco ha suscitato un vero e proprio polverone. Da ogni parte dell’arco parlamentare arriva una richiesta comune: il governo riferisca in aula sul caso. Luigi Zanda del Pd spiega come “sia necessario che il governo venga al più presto in Senato a riferire sul grave declino del nostro sistema industriale“.

D’accordo con lui Renato Schifani e Renato Brunetta del Pdl, che chiedono chiarezza e commentano amaro come “se continuiamo così ci resteranno solo le scorie di quello che era ed è ancora un grande sistema industriale“. Critici anche Gennaro Migliore di Sel e Barbara Saltamartini del Pdl. Quest’ultima denuncia: “Non si può restare fermi a guardare”.

E se Cgil-Slc definisce la vicenda “un’operazione inquietante visti i debiti di Telefonica” il presidente di Telecom Franco Bernabè prova a rassicurare: “La società non diventa spagnola, l’operazione riguarda Telco”. Proprio Bernabè domani sarà ascoltato domani al Senato, mentre per ora il governo non ha rilasciato nessuna dichiarazione sulla delicata vicenda.

Codacons: ora garanzie per gli utenti, eliminare il canone – Con Telecom in mano agli spagnoli di Telefonica il Codacons chiede invece precise garanzie per gli utenti. L’associazione dei consumatori chiede, ad esempio, di eliminare il canone Telecom, che, si legge in una nota, “al limite dovrebbe confluire allo Stato per finanziare la banda larga veloce e non certo arricchire gli azionisti spagnoli”. Inoltre, “gli organi di gestione della nuova Telecom andrebbero aperti ai piccoli azionisti e agli utenti” e “andrebbero eliminate le penali che pagano gli utenti quando abbandonano la compagnia telefonica, penali eliminate formalmente dalla prima lenzuolata Bersani ma rientrate dalla finestra sotto forma di spese, in realtà inesistenti”. Per il Codacons “il problema non è se una società è italiana o straniera, quanto il fatto che questa società controlla il mercato della telefonia italiana in posizione di oligopolista, di price maker”. L’associazione ricorda che Telecom ha il 46,7% della spesa finale degli utenti di rete fissa e mobile, il 50,6% delle quote di mercato nei servizi a larga banda retail e il 64,6% degli accessi diretti alla rete fissa.