18 sett – Un litigio, uno screzio, poi il rumore sordo degli spari che squarcia la notte. Alle due del mattino di mercoledì la paura si è impossessata dei residenti di via Circonvallazione, in pieno centro Mestre. Una contesa tra alcuni stranieri si è infatti trasformata in una sparatoria e non è la prima volta che nella zona, da tempo nota alle forze dell’ordine come punto d’incontro tra spacciatori di droga e “clienti”, si verificano risse e scontri, ma i colpi di pistola sono una sconcertante novità. Il parco della villa, a pochi passi dagli uffici comunali, è stato più volte oggetto di controlli e “riqualificazioni”, ma a quanto pare non è bastato e resta ancora oggi uno dei luoghi d’incontro favoriti dai criminali mestrini.
LA VICENDA – Nella notte tra martedì e mercoledì la situazione è precipitata: nel parco si aggirava un gruppetto di quattro o cinque stranieri, di etnia magrebina, tutti irregolari in Italia e, stando a quanto rilevato in seguito dalla polizia, già noti alle autorità e in possesso di precedenti per spaccio di droga. Al piccolo capannello, improvvisamente, si sarebbe avvicinata una coppia di personaggi poco raccomandabili che, in pochi istanti, hanno estratto una pistola e fatto fuoco contro il gruppo di stranieri. Uno di loro è stato colpito di striscio al polpaccio, mentre un altro è stato centrato al piede, che è stato trapassato dal proiettile. Ad allertare il 113 e il 118 ci ha pensato una guardia giurata di pattuglia, accorsa nel parco dopo aver visto i due feriti a terra.
FAIDA CRIMINALE – I due colpiti sono stati ricoverati in ospedale, uno con una prognosi di circa una settimana l’altro, ferito molto più gravemente, di 60 giorni. Sul caso ora indagano gli uomini del commissariato di Mestre, che hanno effettuato i primi rilievi sul posto e ascoltato i testimoni. Fondamentale, in questo senso, il racconto di una ragazza italiana che si aggirava assieme ai ragazzi magrebini nel parco. La giovane ha raccontato che i due assalitori, subito fuggiti dopo aver sparato, sembravano anch’essi stranieri, provenienti dall’est Europa. Gli investigatori non hanno trovato bossoli a terra e quindi sospettano che per l’agguato sia stato utilizzato un revolver, un’arma che lascia le cartucce esplose direttamente nel tamburo. La polizia ora segue la pista del regolamento di conti tra bande rivali: si sospetta infatti che il gruppo di africani si sia “spinto troppo oltre”, spostandosi forse da via Piave verso il centro e finendo per entrare nel territorio di un altro gruppo, facendo quindi scattare la ritorsione.
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