17 set. – E’ stato violato il principio costituzionale dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge e di fatto non si e’ rispettato il principio secondo il quale nessuno puo’ essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge. Per questo la Cassazione deve dichiarare la nullita’ della sentenza con cui e’ stata confermata la condanna a Silvio Berlusconi e deve riassegnare il provvedimento a un’altra sezione ordinaria.
Sono questi i due paletti su cui si fonda, in sostanza, il ricorso al procuratore generale della Suprema Corte presentato dagli avvocati Morelli e Benedettini che subito mettono in chiaro di non aver alcun vincolo di mandato o rappresentanza con gli imputati del procedimento in questione.
Sono sette le pagine in cui si dispiega l’istanza al pg della Cassazione
Mediaset: collegio di giudici che ha condannato Berlusconi era pure irregolare
. Il collegio che ha giudicato il senatore Berlusconi, si legge nel ricorso, risulta “essere stato composto sia in ritardo rispetto alla sua normale costituzione che in violazione della normativa di legge e regolamentare attualmente vigente, in cui non si rinviene in nessun punto la legittimazione a formare una ‘sezione semplice con funzione promiscua’”.
Il collegio, infatti, si spiega e’ stato determinato per il periodo feriale con la partecipazione del consigliere De Marco che fa parte della sezione civile della Suprema Corte “sebbene si trattasse di un procedimento penale al quale avrebbero dovuto partecipare solo giudici della sezione penale”. Questa composizione del collegio viola le norme e determina l’applicazione “di una nullita’ di ordine generale”.
Inoltre, si fa notare, con tale collegio, determinato con decreto del primo presidente, gli imputati “non hanno ricevuto lo stesso trattamento” che avrebbero avuto mediante un organo giudicante costituito durante il periodo ordinario”, nella specie “la terza sezione penale specializzata in reati fiscali e con specifica caratterizzazione professionale di tutti i singoli componenti del collegio provenienti tutti dalla medesima sezione penale”.
“La composizione disposta con decreto del 21 maggio 2013” “viola in maniera palese l’articolo 3 della Costituzione, ovvero il principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge”. Ecco perche’ l’istanza “all’Illustrissimo Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione affinche’ proponga richiesta” con ricorso alla Cassazione, attesa la particolare natura a favore dei condannati, del rimedio dei quo perche’ la stessa provveda a dichiarare la nullita’ assoluta della sentenza in questione “per violazione dei criteri sull’ordinamento giudiziario” e perche’ la stessa Corte provveda a riassegnare il procedimento penale a nuova sezione ordinaria penale”. In subordine si chiede la rimessione degli atti alla Corte Costituzionale. (AGI) .