13 sett – Tagliente, deciso, duro. Di cautela diplomatica nell’ “appello alla prudenza” lanciato da Vladimir Putin ne è rimasta il minimo indispendabile: dalle colonne del New York Times arriva agli Americani un altro ‘discorso alla nazione’ dopo quello di Barak Obama, martedì sera. E motivazioni, obiettivi e modalità dell’intervento in Siria minacciato dalla Casa Bianca sono attaccati alla radice. Fino alla conclusione più indigesta per il cittadino americano: l’eccezionalità americana, quella richiamata da Obama, non esiste e, anzi, è pericolosa.
Le ragioni di Putin: terroristi fra i ribelli siriani
“In Siria non siamo testimoni di una battaglia per la democrazia, ma di un conflitto armato tra governo e opposizione in un paese multireligioso – scrive Putin – Ci sono pochi campioni della democrazia in Siria. Ma ci sono invece più combattenti di al Qaeda ed estremisti di tutte le bande che combattono il governo. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha designato Al Nusra prima e lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante poi, in lotta con l’opposizione, come organizzazioni terroristiche”.
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La linea rossa dei gas
“Nessuno mette in dubbio che il gas sia stato utilizzato in Siria – riconosce il presidente russo – Ma vi è ogni ragione di credere che non è stato utilizzato dall’esercito siriano, ma dalle forze di opposizione, per provocare l’intervento dalla loro parte di potenti protettori stranieri, che si schiererebbero così con i fondamentalisti. I report che denunciano come questi militanti stanno preparando un altro attacco – questa volta contro Israele – non possono essere ignorati”.
I precedenti
Il ricorso alla “forza si è rivelato inefficace e inutile. L’Afghanistan sta annaspando, e nessuno può dire cosa accadrà dopo che le forze internazionali si ritireranno. La Libia è divisa in tribù e clan. In Iraq la guerra civile continua, con decine di morti ogni giorno. Negli Stati Uniti molti tracciano un’analogia tra l’Iraq e la Siria, e si chiedono perché il governo voglia ripetere questi errori”.
L’eccezionalità americana
“Il mio rapporto di collaborazione e personale con il presidente Obama è segnato dalla crescente fiducia – scrive Putin – Apprezzo questo. Ho studiato con attenzione il suo discorso alla nazione di martedì. E vorrei dirmi in disaccordo con il suo appello all’ eccezionalità americana, quando il presidente ha affermato che la politica degli Stati Uniti è ‘ciò che rende l’America diversa. E’ ciò che ci rende eccezionali’ – scrive Putin citando alla lettera un passaggio del discorso alla nazione di Obama – E’ estremamente pericoloso incoraggiare la gente a vedere se stessi come eccezionali, qualunque sia la motivazione. Ci sono grandi paesi e piccoli paesi, ricchi e poveri, quelli con lunghe tradizioni democratiche e di quelli che devono ancora trovare la loro strada verso la democrazia. Anche le loro politiche sono diverse. Siamo tutti diversi, ma quando chiediamo le benedizioni del Signore (come ha fatto Obama concludendo il suo discorso, ndr.), non dobbiamo dimenticare che Dio ci ha creati uguali”.
NYT: cosa ci dice Putin
“Mentre Obama sospende l’azione, Putin si prende il centro del palcoscenico”, sintetizza il New York Times, che attribuisce al presidente Putin il tentativo di ergersi a difensore della stabilità delle relazioni e della legalità internazionale, puntellando così anche la sua posizione all’interno della Russia con una dose di nazionalismo riflessa anche nel sostegno ad Assad, dal rifugio offerto a Snowden, dai ‘no’ all’intervento in Siria in Consiglio di sicurezza Onu. Putin miete consensi perché può contare anche su divisioni senza precedenti fra gli Stati Uniti e gli alleati, a cominciare dalla Gran Bretagna.
Più in generale, spiega il NYT, Putin sta cercand di ridimensionare il peso degli Stati Uniti in tutto il mondo dopo i quattro anni da primo ministro sotto la presidenza di Dmitri Medvedev, l’uomo che ha portato la Russia ad astenersi in Consiglio di Sicurezza sul voto che autorizzava l’intervento della NATO in Libia. Una decisione che Putin ha sempre considerato un errore. E ora, complice il controllo su buona parte dei media russi, Putin si ritrova nei tg della sera di Ntv quale candidato al Nobel per la pace per aver scongiurato la guerra in Siria.
WPOST: la Cia inizia la fornitura di armi ai ribelli siriani
La Cia ha cominciato a consegnare armi leggere e munizioni ai ribelli in Siria nelle ultime due settimane. Lo rivela il Washington Post, spiegando che queste consegne avvengono parallelamente a quelle di veicoli e altri attrezzi da parte di dipartimento. Alcuni parlamentari Usa hanno rimproverato all’amministrazione Obama di non avere cominciato prima le forniture, ma la consegna di aiuti all’opposizione siriana è stata rallentata a causa di sfide logistiche e dei timori di Washington che qualsiasi forma di assistenza potesse finire nelle mani di estremisti.
La CIA ha rifiutato di commentare.
WSJ: la delusione dei ribelli per il rincio dell’intervento USA
Con l’attacco degli Stati Uniti contro la Siria in stand by, i ribelli appoggiati dall’Occidente hanno detto che temono di aver ormai perso le loro migliori possibilità di rovesciare in tempi rapidi il presidente Bashar al-Assad e di emarginare gli estremisti islamici, scrive il Wall Street Journal citando fonti dell’opposizione siriana.
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