7 sett – E’ la sfiducia nella polizia e il limitato controllo esercitato dal governo di Tripoli che fa sì che, a due anni dalla rivoluzione del 17 febbraio che ha portato alla deposizione di Muammar Gheddafi, siano le milizie a tenere le redini della sicurezza della Libia. A farne le spese è la stabilita’ e l’economia del Paese, con frequenti sparatorie per la strade, sequestri e rapine a mano armata all’ordine del giorno, un numero crescente di funzionari di governo assassinati e il continuo contrabbando di armi dal Niger e dal Ciad. Molti miliziani, infatti, non hanno una preparazione militare professionale, ma hanno preso le armi solo durante la rivoluzione contro Gheddafi per poi non abbandonarle. Ecco perchè è in atto una selezione interna da parte delle stesse milizie.
La sicurezza era al primo punto del governo libico, ma le numerose milizie private, meglio armate rispetto alla polizia e all’esercito, hanno la meglio, raccogliendo i frutti del lavoro svolto per far cadere un regime che aveva guidato il Paese per 42 anni. Durante la rivoluzione, infatti, meccanici, commercianti e contadini hanno aderito a milizie su base tribale, familiare, religiosa o di quartiere. Hanno preso le armi dal vasto arsenale di Gheddafi e creato una rete con molte differenze, ma un unico obiettivo: rovesciare il colonnello. Dopo la sua morte nell’ottobre 2011, molti miliziani si sono rifiutati di deporre le armi. Alcuni per farsi giustizia da soli sostituendosi a polizia ed esercito, altri restando organizzati in bande criminali o in gruppi religiosi estremisti.
La cacciata di Gheddafi è stata un successo per il popolo libico, prima la Libia era un’inferno, adesso è un paradiso, vero cameron ,obama e company? Ad ogni modo i violenti in Libia sono sicuramente tutti nostalgici di Gheddafi pagati da Assad…è cosi che bisogna dire, vero caro obama?