6 sett – “Se Berlusconi fa cadere il governo, al Quirinale arriva qualcun altro diverso da Napolitano”. Intervistato dal Foglio, il vicepresidente dei senatori del Pd Giorgio Tonini spiega perché a suo giudizio la partita di Berlusconi sulla crisi di governo non può prescindere da un fatto elementare: se Berlusconi fa cadere il governo si ritrova ai domiciliari e con un presidente della repubblica eletto dal Pd e dal 5 Stelle.
“Una delle ragioni che mi porta a credere che quella di Berlusconi sia una mano di poker priva delle carte giuste per far saltare il banco – ha argomentato Tonini- si trova in un passaggio del discorso d’insediamento di Napolitano dello scorso venticinque aprile, quello che in tanti fanno finta di dimenticare”. Ovvero quando Napolitano disse alle Camere “ho il dovere di essere franco: se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese“.
“In linea di principio – continua Tonini – ‘trarne le conseguenze’ significa che con una rottura del Pdl il presidente sarebbe messo di fronte a una chiara violazione del patto e potrebbe lasciare il Quirinale facendo scegliere a questo Parlamento il nuovo capo dello stato. E visto il ruolo d’equilibrio esercitato in questi anni da Napolitano dubito che Berlusconi voglia correre il rischio di ritrovarsi ai domiciliari con al Quirinale un presidente eletto non dal Pd e dal Pdl ma dal Pd e il Movimento cinque stelle”.
Secondo Tonini, la danza di Berlusconi andrà avanti per qualche settimana (la data in cui scatteranno i domiciliari è fissata per il 15 ottobre) e anche nei prossimi giorni il Pdl continuerà a chiedere al Pd di opporsi alla decadenza del Cav. in Giunta. Il vicepresidente dei senatori Pd si dice certo che il Partito democratico non ha alcuna intenzione di “salvare” Berlusconi ma allo stesso tempo suggerisce di affrontare i prossimi giorni senza dare l’impressione di voler far ruzzolare teste per terra e senza dimenticarsi che al Cavaliere vanno concessi i diritti previsti dalla Costituzione. “Se in Giunta verranno chiesti giorni per approfondire il caso, il Pd non può dire di ‘no’ a priori, come se questo passaggio parlamentare fosse un atto notarile. Prendere tempo non significa necessariamente perdere tempo e su questo oggi nel mio partito non mi sembra davvero ci siano più grandi dubbi”. tmnews